Vacanza gay a New York
Cosa dire di New York che non risulti scontato e banale, come il classico appellativo de “la grande mela” oppure descrivere quanto sia una vera e propria capitale del mondo, un crogiolo di razze, il tanto rinomato “meltin’ pot”, che non finisce mai di essere sempre il primo, il migliore, sempre al passo coi tempi.
Altrettanto inutile descrivere un percorso turistico comune, quello fatto dei soliti monumenti o dei luoghi da visitare che hanno fatto la storia.
Ecco, forse, sarebbe opportuno rivisitare la storia da un punto di vista “gaio” che ci condurrà, inevitabilmente, a scoprire cosa la comunità GLBT, in veste turistica, proprio non può perdersi.
Iniziamo dal lontano 27 giugno 1969 (mai anno potrebbe esser stato più adatto): nella zona nominata Greenwich Village c’è un locale chiamato Stonewall Inn. Gay, lesbiche e travestiti sono soliti frequentare quel locale, è un punto di ritrovo già famoso, peccato che la polizia non perda la brutta abitudine di fare retate e perquisizioni solo per intimidire la clientela…ma proprio questo giorno le cose assumeranno una piega diversa: quando gli uomini in divisa arrivano si trovano di fronte ad una folla, per lo più travestiti, infuriati, stanchi di non poter vivere la propria sessualità, che insorgono con tutta la loro voglia di normalità. Questo clamoroso gesto porterà all’occupazione delle strade newyorkesi per ben quattro giorni, finiti i quali si assiste alla nascita del Movimento per i diritti dei Gay.
Oggi la popolazione di New York è per il 20% omosessuale, molti dei quali si sono fatti strada nel lavoro occupando cariche importanti.
La scelta sessuale non è qualcosa da nascondere, ma, tanto meno, da ostentare: omo ed eterosessuali convivono in un ambiente dove a nessuno importa con chi vai a dormire la sera.
E’ vero: ci sono delle zone in cui in bacio fra due uomini non passa certo inosservato ma ve ne sono molte altre dove è routine l’eccesso gaio più sfrenato.
Per quanto riguarda il modo di essere, diciamo il vostro stile, neanche questo a New York è un problema: dal semplice jeans e maglietta al tipo iper palestrato, tutto è accettato, tanto da farvi rimanere a bocca aperta come chiedere una semplice informazione o fare la spesa (tipo scena del film “Le fate Ignoranti”) possa trasformarsi in una vera e propria occasione di approccio.
Mentre prima tutta la comunità era concentrata a Harem, dopo “la rivolta” importanti punti di incontro sono diventati Greenwich Village ed il quartiere Chelsea, meta per i più discotecari, mentre bar e pub si trovano nel West Village.
Sebbene Chelsea e Village si trovino sull’isola di Manhattan, ogni zona della città ha molti locali che propongono serate gay; per essere sempre aggiornati vi consiglio di consultare il Time Out o il Village Voice.
Altro punto di ritrovo, se posso azzardare un tantino più lesbico, è Park Slope a Broklyn, ricco di tranquilli pub, ma, alla fine, tutta la città è pervasa da una apertura tale che offre enormi possibilità ed una quantità di bar, ristoranti, B&B ed Hotel gay o gay-friendly.
Alcuni nomi su dove dormire possono essere: il Colonial House Inn, il Chelsea Pines Inn e l’Incentra Village House, situati a Chelsea e nel West Village.
Venendo ai bar non possiamo non passare dallo Stonewall, dove si pensa sia partita la rivoluzione, al 53 Christopher St tra Sixth e Seventh Avenue: ora il bar è più tranquillo e meno tumultuoso ma ha sempre un grande fascino
Poi il quartiere di Chelsea decisamente “cool” con numerose gallerie d’arte.
Per le discoteche della zona possiamo citare lo Splash, il Barracuda, La Nueva Escuelita ed il sabato sera del The Roxy.
Anche per mangiare si possono elencare alcuni nomi come il Candy Bar and Grill, il Food Bar ed il Caffè Raffaella(anche qui la Carrà?!)
Comunque, indipendentemente dove decidiate di dirigervi, sappiate che il pregiudizio sulla sessualità, in questa metropoli mozza fiato, è davvero “out”. Una vacanza dove si può, davvero, divertirsi e godere di una normalità che tanto sembra faticare ad approdare in Italia.