Torino Glbt film festival, premi e vincitori
Si è chiusa con grande successo e un forte incremento di pubblico la 28a edizione del Torino GLBT Film Festival, diretto da Giovanni Minerba.
Nel Concorso documentari ha invece trionfato The Love Part of This di Lya Guerra, premiato dalla giuria composta da Basil Khalil, Nina Palmieri e Piergiorgio Paterlini.
I giurati del Concorso cortometraggi, Juanma Carrillo, Luki Massa e Alessandro Michetti, hanno assegnato il premio per l’opera migliore a Bunny di Seth Poulin e Nickolaos Stagias.
La giuria composta dagli studenti del Dams di Torino ha inoltre assegnato il Queer Award, riconoscimento che premia un titolo tra otto selezionati, sparsi tra diverse sezioni, che più si avvicina alle tematiche tipiche del mondo dell’adolescenza. Quest’anno ha vinto Joven & Alocada di Marialy Rivas, pellicola inclusa nell’Open Eyes: Forever Young.
Le motivazioni.
Concorso lungometraggi. Vince Boven is het stil “per i temi intrecciati narrati con un’onestà di arte cinematografica di vigorosa qualità. Per l’elevato livello recitativo degli interpreti, per la crudezza poetica, per la fotografia livida e carnale. Per la capacità più unica che rara di trasformare il silenzio tragico nelle relazioni umane in grande forza comunicativa attraverso lo schermo”.
Menzione speciale a Will You Still Love Me Tomorrow? di Arvin Chen.
Concorso documentari. Vince The Love Part of This: “per la straordinaria capacità di trasformare una storia normale e quotidiana in un viaggio emozionante dentro al quale lo spettatore viene portato per mano fino a sentirsene partecipe. I giurati sono rimasti molto colpiti dall’importanza, dall’attualità e dall’intensità di tutte le storie, i personaggi e i temi raccontati nei documentari in concorso. Si è soffermata quindi sulla capacità di trasformare questi temi in racconti cinematografici”.
Menzione speciale a Born this Way di Shaun Kadlec e Deb Tullmann.
Concorso cortometraggi. Vince Bunny: “per aver raccontato quel che succede quando la gioventù lascia il campo alla vecchiaia e alla malattia, presentate entrambe con ruvida onestà e senza fare sconti. Bunny porta in una realtà possibile che tutti speriamo di vivere, in cui l’amore è solidale, presente e assoluto e che, per questi motivi, ci spaventa meno. È poi un segnale importantissimo di come il cinema omosessuale non abbia paura di affrontare anche il tabù della vecchiaia, mostrandosi sempre più sensibile e maturo nei confronti di tutte le sfaccettature della vita”.
Menzione speciale a The Men’s Room di Jane Pickett “per come ha saputo esplorare una storia controversa e ambigua raccontandola con rara eleganza tecnica. Il bisogno, la paura, la ricerca di comprensione e la solitudine del protagonista vengono rappresentati con un’architettura filmica che scava nel profondo delle emozioni, tenendo lo spettatore col fiato sospeso fino all’ultima sequenza”.
Queer Award. Vince Joven & Alocada “in cui lo sguardo sfrontato della protagonista trova spazio tra le pagine virtuali di un blog dove uno stile narrativo irriverente e dissacrante diventa strumento di una ribellione, anche autobiografica, alle costrizioni della vita quotidiana. La scelta di genere rimane sospesa, ma viene esplorata con passione e la sessualità viene vissuta in modo spontaneo, fisiologico e, soprattutto, libero”.
Il pubblico del 28° Torino GLBT Film Festival ha assegnato i propri premi.
Lungometraggi.
Alata di Michael Mayer (Israele/Usa, 2012).
Documentari.
Paul Bowles: The Cage Door Is Always Open di Daniel Young (Svizzera/Marocco, 2012).
Cortometraggi.
Holden di Juan Arcones e Roque Madrid (Spagna/Francia, 2012).