Studio congiunto dimostra che un diuretico aiuta la plasticità del cervello
Alcune patologie del sistema nervoso sono legate ad una ridotta plasticità cerebrale (capacità del cervello di rispondere agli stimoli esterni). Questo problema si potrebbe curare con un farmaco, il bumetadine, che è utilizzato come diuretico.
L’utilizzo di questo farmaco ha determinato un allungamento ‘del periodo critico di plasticità’, che rende così più plastico il sistema visico del cervello in una persona adulta.
Questo studio è stato fatto dall’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, l’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) di Pisa e il Centro per la biologia integrata (Cibio) dell’Università di Trento ed è stato pubblicato come ‘Nature Neuroscience’. E sono arrivati a questo risultato studiando gli effetti del bumetanide sulla comunicazione tra i neuroni.
“L’acido gamma-amino butirrico (GABA) è un neurotrasmettitore” spiega Caleo “che nel cervello in via di sviluppo ha una funzione eccitatoria, favorendo quindi la comunicazione tra le cellule nervose, mentre nel cervello adulto inibisce tale comunicazione. In particolare, questa molecola regola la capacità del cervello di conformarsi in risposta agli stimoli provenienti dall’ambiente che ci circonda che viene definita ‘plasticità’ e che con l’avanzare dell’età si riduce”.
I ricercatori hanno studiato l’azione dell’acido GABA durante il ‘periodo critico di plasticità’,cioè nel momento in cui lo sviluppo cerebrale e i sistemi sensoriali sono più sensibili. In questo ‘periodo’ avviene la maturazione del cervello ed essendo un periodo critico, eventi traumatici o malattie possono turbare questa maturazione e rovinare in modo permanente le aree legate alle percezioni sensoriali.
Questa scoperta è quindi importantissima per il suo possibile utilizzo nelle riabilitazioni “specifiche durante lo sviluppo cerebrale con miglioramenti a lungo termine sulla capacità di apprendimento”.
via lescienze.it
image iflscience.com