“Storia dell’omofobia” un libro di Paolo Pedote
Dove nasce tutto l’odio contro chi ha un orientamente sessuale diverso da quello eterosessuale? Tenta di spiegarlo Paolo Pedote nel suo libro “Storia dell’omofobia”.
Si parte dalle punizioni corporali inflitte e si finisce per parlare dello squallido comportamento intollerante della deputata Elisabetta Gardini che, nei bagni del Parlamento, aggredì verbalmente il Deputato transessuale Vladimir Luxuria, colpevole di aver usato i loro bagni. Ora, in un paese che sta affondando come l’Italia, nel pieno della sua omofobia vomitevole e dell’indifferenza più totale di fronte alla richiesta di affermazioni dei loro diritti che la nostra minoranza sessuale chiede, spunta fuori spiega l’omofobia dilagante in maniera storica riportanto, non solo l’omofobia di Elisabetta Gardini, ma anche quella della Venezia del Trecento che processò un uomo perchè adescava persone del suo stesso seso, confondendole con il suo aspetto, la sua voce e i suoi gesti femminili. Tutto documentato e ce n’è da far inorridire se si pensa che l’omosessualità è ancora un reato in paesi come le Mauritius, il Botswana, la Giamaica, lo Zambia, la Nigeria, il Kenya, la Tanzania, l’Iran e la Malesia.
Ma non bisogna adagiarsi sugli allori. Non siamo migliori di loro. Come dimenticare, e il libro non lo fa, le uscite di Umberto Bossi: «Dobbiamo dire grazie a Veltroni che si è messo in prima fila al Gay Pride perché io sono convinto che queste cose alle elezioni esploderanno, e allora questi, i frammassoni, i Cappuccioni e i loro soci di sinistra, saranno morti: il loro mondo è finito. (…) Europa, giù le mani dai bambini! Spurcaciun. (…) Finisce che un giorno ci troviamo le città piene di pistoloni di plastica…». Senza contare poi quella di Silvio Berlusconi, Rocco Buttiglione, Daniela Santanché, Carlo Giovanardi e… la lista è lunghissima…
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Lo zio Nico