Sono gay e musulmano, il documentario di Chris Belloni
L’omosessualità in Islam, nel film di Chris Belloni, rifiutata dal tribunale di Pervomaiskii.
Il documentario del regista Chris Belloni, intitolato Sono gay e musulmano, è stato bloccato dal tribunale del distretto di Pervomaiskii perchè blasfemo e tendente a scatenare l’intolleranza religiosa. Il cortometraggio sarebbe dovuto essere proiettato a fine settembre, a Bishekek, in occasione del Bir Duino, il festival dedicato ai diritti umani. Ma il tribunale del distretto ne ha, inspiegabilmente, vietata la programmazione per i motivi sopra citati. Il regista difende i suoi diritti e dichiara: “Chiunque abbia visto il mio film sa che non è né anti-islamico né estremista. Infatti, il film da lui girato in Marocco, racconta la storia di un gruppo di ragazzi omosessuali alle prese con le difficoltà e le prospettive di vita, in un mondo dove, avere un’inclinazione sessuale diversa dal normale è un reato punito dalla legge. In alcuni momenti del film, della durata di 59 minuti totali, vengono mostrate delle immagini nelle quali, due giovani si scambiano un bacio veloce ma ricco comunque di significato. Per il comitato di stato per gli affari religiosi, quel bacio umilia i musulmani, nonostante nei passi precedenti, l’autore abbia inserito una frase importante che, teoricamente, dovrebbe far riflettere:”Nell’Islam tutto è pianificato da Dio … Noi non scegliamo il nostro destino … Questo Dio ha progettato per me … Dio mi ha fatto gay“.
Sebbene la frase si dimostri tutt’altro che provocatoria nei confronti del mondo islamico, la Commissione replica: “E’ chiaro che l’obiettivo dell’autore è quello di provocare i musulmani e incitare l’intolleranza religiosa. Se il film avesse raccontato di due omosessuali ortodossi o cattolici, siamo sicuri che sarebbe stato vietato anche nei paesi ortodossi o cattolici“.
Inutile aggiungere altre parole, soprattutto perchè, il vero potere decisionale sulla messa in onda del documentario, spetterebbe ai giudici del paese che per motivare la scelta, hanno dovuto rifarsi al film arabo L’innocenza dei musulmani che, tempo addietro, aveva scatenato gravi turbolenze. Ed è proprio da qui che interviene Toleikan Ismailova, organizzatrice del festival e sostentrice di Chris Belloni: “Con la scarsa autonomia di cui gode il potere giudiziario nel paese come denunciano gli attivisti per i diritti umani, è difficile credere che sia stata una decisione libera e incondizionata. Il timore è che i nazionalisti vogliano sfruttare l’Islam per connotare in maniera religiosa il paese, che invece è tradizionalmente laico, come sancisce anche la Costituzione.
Tenteremo la strada del ricorso e faremo di tutto per proiettare il documentario a Bishkek“.
Foto|Google
Marzio Maladenti