Sei gay,16enne si uccide
La tortura andava avanti da un anno e mezzo: i compagni lo prendevano in giro chiamandolo gay. Alla fine il ragazzino, 16 anni, studente di un istituto tecnico di Torino, non ce l’ha fatta e si è tolto la vita, non prima di scrivere in una lettera tutte le umiliazioni subite dagli amici. Prima si è accoltellato poi si è lanciato nel vuoto dalla finestra di casa. La madre aveva inutilmente messo in allarme la scuola.
“Ti piacciono i ragazzi. Sei gay, sei gay”. La frase il 16enne se la sentiva ripetere decine di volte al giorno dai compagni di classe. E giù con scherzi e battute pesanti. Fino a martedì scorso, quando il ragazzo, come racconta il “Corriere della Sera”, ha chiesto alla madre, arrivata in Italia dalle Filippine da più di vent’anni, di non andare a scuola.
Preso in giro dai compagni
Rinchiuso in camera, ha messo per iscritto tutte le vessazioni che, ormai, da più di un anno e mezzo subiva dagli “amici”. “Non ce la faccio più”, sono state le ultime parole. Si è alzato ed ha afferrato un coltello con cui si è colpito al al cuore. Poi si è affacciato dalla finestra di casa, in una zona residenziale di Torino, ha guardato il vuoto e si è buttato giù. Trasportato in ospedale, i medici hanno potuto fare ben poco. Il giovane è morto dopo qualche minuto. La Procura ha archiviato il caso come suicidio.
La madre: “L’hanno preso di mira”
La madre è disperata. Dopo aver saputo dei disagi del figlio, era andata a parlare anche dai professori. La vicepreside della scuola l’aveva rassicurata, dando una bella strigliata ai compagni di classe e garantendo che insulti e offese non si sarebbero ripetuti. Per un po’ le cose sono andate bene ma poi le umiliazioni sono ritornate ad essere la normalità. Fino a quando il ragazzino ha detto basta. “I problemi – ha raccontato la donna – sono cominciati più di un anno fa, in prima superiore. Mio figlio era dolce, sensibile, non alzava mai la voce, non partecipava a certi giochi e non litigava con nessuno. I compagni l’hanno preso di mira, ce l’avevano con Jonathan, quello del Grande Fratello. Era un modo per dirgli che era gay, poi aggiungevano altre cose…”.
da tgcom.it