Roma nega il patrocinio al Gay Pride: è un insulto alla civiltà dei Diritti Umani
Roma, una delle grandi capitali dell’Unione europea, si segnala ancora una volta per l’ottusa intolleranza delle proprie Istituzioni.
Mentre Parigi, Londra, Bruxelles, Atene, Berlino, Amsterdam, Copenhagen, Stoccolma e le altre città europee preparano il Gay Pride 2009 in grande stile, affiancando al tradizionale corteo una serie di eventi culturali, cinematografici e commemorativi, la capitale d’Italia, per bocca del sindaco Alemanno, annuncia che Roma non patrocinerà l’iniziativa: “Non daremo il patrocinio al Gay Pride,” – ha detto Alemanno, “così come non l’abbiamo dato l’anno scorso perché lo consideriamo una manifestazione di tendenza.
Ci sono molte richieste specifiche che possono essere condivise o non condivise. Faremo il possibile perché si svolga in maniera tranquilla con tutto il supporto dei servizi comunali come per tutte le manifestazioni. Il patrocinio va dato quando non si tratta di manifestazioni di tendenza ma che danno voce a tutte le idee e i punti di vista e nel caso del Gay Pride non è così”. Le autorità romane dunque – uniche nel mondo democratico – negano il valore sociale del Gay Pride, che in tutto il mondo rappresenta un simbolo fondamentale nell’àmbito dei Diritti Umani, non certo “di tendenza”, ma universale ed educativo come le Giornate della Memoria o la Festa della Donna.
Ricordiamo che la Parata dell’Orgoglio racchiude significati celebrativi che si collegano a secoli di emarginazione e persecuzione degli omosessuali nel mondo, culminati in Europa nell’Olocausto dei Triangoli Rosa e non ancora terminati nei regimi islamici, dove l’omosessualità è punita con il carcere, la tortura e spesso la morte. Contemporaneamente alla linea intollerante scelta dalle istituzioni romane, cresce l’omofobia a Roma e nel resto d’Italia, mentre le leggi che dovrebbero tutelare i diritti fondamentali dei gay si sono fermate a limitazioni medievali.
Il Gruppo EveryOne solleverà prossimamente presso le Istituzioni internazionali l’urgenza di avviare seri programmi di educazione alla Storia dell’omosessualità e ai fenomeni persecutori che l’hanno accompagnata, nonostante gay, lesbiche e transgender abbiano contribuito fin dall’inizio della civiltà alla costruzione del genio umano e a raggiungere le tappe più importanti del pensiero, delle arti e della tecnologia. Il nazifascismo negò al popolo omosessuale ogni diritto, reprimendone in modo barbaro e sanguinoso le manifestazioni che il Gay Pride rappresenta ancora e che si ricollegano alle istanze di emancipazione espresse dall’Istituto di Scienze Sessuali di Magnus Hirchsfeld (nella foto) e da punti di ritrovo quali il mitico Eldorado di Berlino, fino a quando gli assassini di Hitler presero il potere, annientando ogni conquista civile.
Il Gruppo EveryOne solleciterà inoltre l’approvazione di una Direttiva europea sulle unioni civili, che riconosca finalmente agli omosessuali, dopo secoli di repressione, il diritto più elementare e basilare: quello di veder riconosciute giuridicamente nelle società moderne le proprie unioni sentimentali. E’ necessario protestare con decisione e sdegno contro la decisione del sindaco di Roma, che non rappresenta solo un attacco alla dignità di un’istituzione che simboleggia i diritti dei gay, ma anche una pericolosa deriva omofobica che trova le proprie radici proprio nell’intolleranza su cui il nazifascismo costruì il proprio regno di repressione e orrore