Per Beppe Grillo l’uomo dell’anno è Nino Di Matteo. “E’ una specie rara”

Beppe Grillo  sul finire del 2014 fa i suoi bilanci ed elegge l’uomo dell’anno. Un solo nome, Nino Di Matteo, il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati di Palermo. Grillo, quindi, punta sulla giustizia.

Ecco cosa scrive Grillo sul suo blog: «L’uomo dell’anno è l’Onesto, una specie rara, ma ancora presente nel nostro Paese. Può sembrare un caso da manuale psichiatrico. Un signore (signora) che non si fa corrompere, che paga le tasse, che non parcheggia in doppia fila, che insegna ai suoi figli il piacere dell’onestà»

«Un problema in una società di disonesti in cui il figlio di… fa carriera e il meritevole deve emigrare, il magistrato onesto viene isolato dalle istituzioni. È un esempio in negativo per i corrotti e per gli acquiescenti. Dove infatti c’è l’Onesto – prosegue Grillo sul suo Blog – il disonesto appare in tutto il suo lerciume. L’Onesto, ogni tanto, si chiede chi glielo fa fare, poi pensa ai figli, all’idea di un mondo migliore e non si fa scoraggiare. La sua adrenalina sono i discorsi di fine anno di Napolitano che raccoglie religiosamente e usa come una droga nei momenti di sconforto, sono le minchiate quotidiane di Renzie e la faccia di Berlusconi, quello che ha fondato Forza Italia con Dell’Utri in frequentazione di mafia e ora in galera. Un trittico che sfiancherebbe un mulo ma non lui.”

Ma chi è Di Matteo ?
Da Wikipedia “Nato a Palermo nel 1961, è entrato in magistratura nel 1991 come sostituto procuratore presso la DDA di Caltanissetta. Divenuto pubblico ministero a Palermo nel 1999, ha iniziato ad indagare sulle stragi di mafia in cui sono stati uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e gli agenti delle rispettive scorte, oltre che sugli omicidi di Rocco Chinnici ed Antonino Saetta; per l’omicidio Chinnici ha rilevato nuovi indizi sulla base dei quali riaprire le indagini e ottenere in processo la condanna anche dei mandanti, riconosciuti in Ignazio e Antonino Salvo, mentre per l’omicidio Saetta otteneva l’irrogazione del primo ergastolo per Totò Riina.

Nel corso della sua carriera si è più volte occupato dei rapporti tra criminalità organizzata ed alti esponenti delle istituzioni. È attualmente impegnato nel processo a carico dell’ex prefetto Mario Mori, in relazione ad ipotesi di reato eventualmente connesse alla trattativa tra Stato e mafia. Nel corso del processo veniva resa pubblica la minaccia di morte da parte del boss Totò Riina, intercettata dalla magistratura durante una conversazione privata in carcere con un altro recluso: «A questo ci devo far fare la stessa fine degli altri»[3]. In seguito alle minacce ricevute Di Matteo è stato sottoposto ad eccezionali misure di sicurezza (compresa l’assegnazione del dispositivo Bomb Jammer), annunciate alla stampa dallo stesso ministro dell’interno Angelino Alfano nel dicembre 2013, elevando il grado di protezione al massimo livello.

Il giudice ha rifiutato però l’uso offertogli di un mezzo blindato Lince, a suo avviso “un carro armato” a tutti gli effetti, non adatto a circolare in un centro abitato.

L’assegnazione del Bomb Jammer non sarebbe tuttavia stata seguita dall’effettiva disponibilità di un simile accorgimento, secondo il movimento spontaneo di “Scorta Civica”, di cui fanno parte cittadini appartenenti a diverse associazioni antimafia che hanno promosso l’iniziativa del presidio permanente di fronte al Palazzo di Giustizia a Palermo (e in diverse altre manifestazioni in varie piazze italiane) proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sui gravi rischi che corrono quotidianamente i PM come Nino di Matteo.

Le ulteriori misure di sicurezza vanno ad aggiungersi a quelle che già vedono Di Matteo sotto scorta dal 1995.

Red

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