Morte di Mango, la moglie gli scrive una lettera su Facebook “Lo smarrimento non può essere raccontato”
Una lettera al marito, il cantante Mango, morto in scena a causa di un infarto. La moglie lo celebra con una lettera pubblicata sull’account Facebook ufficiale del cantante. Eccola.
Messaggio di Laura, Filippo e Angelina.
“Cari amici, intanto un grande abbraccio, forte come il peso schiacciante di questo dolore e lungo come questo brutto sogno dal quale non riesco a svegliarmi.
Mi sembra necessario, dopo un mese di silenzio assordante, riaprire le pagine del sito, che si è sempre alimentato della vostra energia, della vostra assiduità e del vostro amore e che Pino coltivava con la cura che si riserva alla pianta prediletta del proprio giardino.
E con questa stessa attenzione lui viveva il suo “lavoro”, che non ha mai definito tale, ma che in realtà affrontava quotidianamente con un senso di responsabilità e un rispetto meticolosi, sia nei confronti del suo talento che, specularmente, del suo pubblico.
Ma quando scendeva dal palco ed entrava nella sua casa di Sant’Antuono 101, la casa dove è nato e dove viviamo, allora era “nostro”, solo nostro, così come i vostri padri lo sono per voi, come lo sono i vostri fidanzati o i vostri mariti.
Infatti, a parte alcuni rari episodi molto circostanziati, io non ho mai lavorato con lui, così come, ovviamente, Filippo e Angelina. Noi eravamo, siamo semplicemente la sua famiglia.
Il nostro disperato smarrimento purtroppo non può essere né raccontato né condiviso.
Ma Pino, oltre ad essere un padre attento ed amorevole e l’unico amore della mia vita, era anche un grande, immenso artista, che aveva il dono di coniugare anima e corpo riuscendo ad esprimere, con l’uso della sua voce meravigliosa, tutto l’inesprimibile del mondo emozionale. C’era magia nell’aria quando iniziava a cantare, fosse su un palco davanti a migliaia di persone, o al pianoforte in soggiorno, vicino al camino. E’ innegabile. Sapeva sprigionare un’energia potente e commovente.
Per questa ragione mi sento in dovere di farmi forza e scrivervi, oggi, per la prima volta, in questo spazio, che non è il mio, ma nel quale, con la speranza di non essere invadente né irrispettosa, vorrei davvero riuscire in futuro a fare in modo che la sua opera venga sempre più valorizzata e considerata come merita.
Ora è presto per me, scusatemi, non ho ancora le idee chiare sul da farsi, ma vi prego di darmi un po’ di tempo.
Sento che insieme a voi, a Filippo ed Angelina e a tutti coloro che Pino amava e stimava e che aveva scelto come compagni di lavoro e di vita negli ultimi anni, riuscirò a trovare la giusta strada per continuare a rendere onore alla sua straordinaria produzione artistica e alla sua figura.
Un breve passaggio credo vada fatto anche riguardo la polemica sollevata dal video di Policoro, che ho visto e rivisto non so quante volte, nonostante fossi lì quella sera, per cercare di capire come mai nessuno di noi avesse capito, per cercare di capire se lui avesse capito, per cercare di capire se fosse giusto lasciare il video in rete o, in quanto unici eredi legittimi a tutelare l’immagine artistica e personale di Pino, pretenderne la rimozione immediata, come tanti di voi avevano auspicato.
Cari amici, ancora non lo so. Una parte di me non tollera che i ragazzi possano vedere la morte del padre spiattellata pubblicamente, ma un’altra parte di me continua ad avere dei dubbi.
So solo che, persa in queste disperate riflessioni, all’improvviso, qualche sera fa, mi sono ritrovata a pensare ad un libro che amo tanto e che di tanto in tanto rileggo, e in particolare mi è venuto in mente il suo commovente e bellissimo finale: l’ultima pagina de “Il Piccolo Principe”…