Michael Fassbender e Viggo Mortensen in “A Dangerous Method”
Il grande Maestro del cinema canadese e americano, David Cronenberg racconta la vera storia d’amore e seso che legò lo psicologo Carl Jung a una sua paziente. Nel cast, Michael Fassbender nelle vesti di Jung e Viggo Mortensen in quelle di Sigmund Freud.
Sadismo, isteria, seso e poi amore. Questi sono gli elementi base di “A Dangerous Method”, ultima fatica cinematografica del regista canadese David Cronenberg che immerge le mani nella materia psicanalitica, miscellandola con il seso più estremo. La storia raccontata è vera. Siamo in Europa, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, quando Carl Jung che lavora nell’ospedale psichiatrico di Burghölzli, nei pressi di Zurigo, viene incaricato di curare una ventenne affetta da isteria Sabina Spielrein. All’ombra del suo maestro Sigmund Freud, sotto pressione e fortemente attratto dalla ragazza, la cura si spinge oltre ogni limite e finisce nelle mani dell’Es, quell’instanza di seso e morte che vuole solo soddisfare i suoi bisogni carnali. Comincia così la storia d’amore fra Jung e la sua paziente. Storia d’amore che andrà contro ogni rigida moralità accademica e sociale…
Nel cast, come protagonista, figura l’attore del momento, Michael Fassbender, di sangue tedesco e irlandese, che ben si libera dei suoi abiti per indossare (o non indossare) quelli di Carl Jung. Accanto a lui, uno dei nuovi attori feticcio di Cronenberg, Viggo Mortensen, che posata la corona del Signore degli Anelli, acquista l’oscurità e la severità di un precettore che ha cambiato la storia della comprensione dell’uomo per l’uomo. Ancora più carnale è Vincent Cassel, nel ruolo di Otto Gross, oppositore storico di Freud.
Sabina Spielrein è invece interpretata da Keira Knightly.
Ho sempre consigliato caldamente i film di Cronenberg, anche se sono difficili da capire fino in fondo. Non farò di meno di fronte a “A Dangerous Method”. Offre una buona lezione della storia della psicanalisi e uno spaccato di quella che era la vita nei primi del Novecento. Da ricordare che la pellicola è stata presentata in concorso alla 68. Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
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Lo zio Nico