Mauro Repetto degli 883 si racconta
Mauro Repetto, ex componente degli 883 si racconta.
I motivi per cui ha abbandonato il gruppo nel momento in cui il successo stava decollando, e dichiara: “Mi sentivo inadeguato, un pesce fuor d’acqua: in realtà, le canzoni per me erano quasi una scusa per stare insieme con il mio migliore amico; non avevo mai pensato di ritrovarmi in un “can can” che ci aveva trasformato in veri e propri idoli per migliaia di ragazzi… mi ricordo che entrai in crisi è iniziai a chiedermi sempre più spesso: “Ma io che cosa voglio veramente dalla mia vita, dal mio futuro?”. In più, mi sentivo senza talento, e ciò accresceva la mia insoddisfazione. Non sapevo cantare, non sapevo suonare… e ballavo come un forsennato. Mi sentivo inutile, un peso pure per Max, perché quello non era più il gioco di due ragazzi e io non sapevo più chi ero veramente. Stavo impazzendo“.
Max Pezzali a quel punto tentò di aiutare il suo amico e gli consigliò anche d’imparare a suonare il basso in modo da preparare le melodie di un nuovo disco, ma non ci fu verso. Mauro Repetto partì per l’America lasciando a Max il marchio degli 883 e conservò i diritti d’autore sulle canzoni pubblicate. In America cercò di girare un film e finì poi in Francia, dove ha cominciato a lavorare a EuroDisney ed ha conosciuto la moglie, Josephine, con cui ha avuto due figli, Dean e Carla. “Per diciotto anni avevamo perso i contatti e poi, incredibilmente, ci siamo rivisti. È accaduto un mese fa… L’iniziativa è stata di Max. Aveva un impegno Parigi e ne ha approfittato per venirmi trovare a EuroDisney perché sapeva che io lavoro li come manager, organizzando gli eventi del parco. Me lo sono ritrovato davanti all’improvviso come, un turista qualunque, con lo zainetto, la moglie e il figlio al seguito, ci siamo guardati negli occhi, abbracciati forte e poi siamo scoppiati a ridere: sembrava che ci fossimo lasciati il giorno prima… Di colpo sono tornato indietro nel tempo, a Pavia, nella cantina di Max mentre provavamo a fare i cantanti, dividendo tutto, dalla passione per il cinema a quella per le moto. lo e lui al bar a raccontarci di donne, di sogni, di mille cose che dopo ci divertivamo a mettere in rima, perché, sa, malgrado per il pubblico fossi il “biondino ballerino”, in realtà le canzoni le scrivevamo insieme. Max, in questi anni, non mi è mai uscito dal cuore”.
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Mila