Matteo Renzi a Tiki Taka dichiara: “La vicenda Coppa Italia ci ha lasciati con l’amaro in bocca”
Lunedi 5 maggio 2014, nel corso del programma “Tiki Taka – Il calcio è il nostro gioco”, il talk show sportivo condotto da Pierluigi Pardo in onda alle ore 23.05 su Italia 1, sarà trasmessa un’intervista esclusiva al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Di seguito i passaggi dell’intervista:
Il Presidente del Consiglio, a proposito dei fatti di Roma, in occasione della finale di Coppa Italia, dichiara: “È una vicenda che ci ha lasciati non con l’amaro in bocca, di più: io dico che non è possibile che un cittadino normale, bambini inclusi, per entrare allo stadio deve fare tutta una serie di controlli dove gli vengono anche tolti i tappi dalle bottigliette e poi entrano le bombe carta. Sembra che le regole esistano solo per le persone per bene e non per le persone non per bene. Io ero tra quelli che avrebbe fatto cominciare la partita, prima si giocava meglio era. In tribuna le informazioni sugli scontri arrivavano disparate e la cosa che mi ha amareggiato maggiormente è stato l’inno fischiato. Naturalmente non è più grave di quello che è successo fuori dallo stadio, ma mi ha disgustato. In quel momento non sapevamo nemmeno che c’era una maglietta con scritto ‘Speziale libero’: io dico che in un paese civile Speziale sconta la sua pena fino all’ultimo giorno e che il posto dei delinquenti non sono gli stadi ma le patrie galere”.
Renzi prosegue parlando di come si dovrebbe intervenire per risolvere il problema: “Finora sono stati presi provvedimenti sull’onda emotiva di vicende tragiche che ci hanno colpito in questi anni: è mancata, secondo me, la lucidità di fare una verifica seria su quello che funziona e quello che non funziona. Questa volta non possiamo permetterci di reagire in base all’onda emotiva di chi cerca di sfruttare questa vicenda a fini elettorali: facciamo finire la campagna elettorale e il campionato e poi riuniamo tutte le autorità e interveniamo in modo serio. Il calcio non lo lasceremo a quelle persone, non lo lasceremo ai vari Genny ‘a Carogna. Lo ridaremo alle famiglie e a chi vuole partecipare con gioia ad un evento sportivo. Negli altri paesi lo stadio non è concepito come luogo di scontro, ma di aggregazione positiva anche assieme ai tifosi avversari. Questa battaglia di civiltà la vinceremo, ci vorrà un giorno, un mese o un anno: è anche l’unico modo per tenere vivo il ricordo di chi ha perso la vita in questi anni, prime tra tutti le Forze dell’Ordine. Le parole di dignità della signora Raciti sono estremamente importanti, toccano il cuore. Sono parole di una donna italiana che ha un’appartenenza nazionale straordinaria: il calcio è delle persone per bene, non dei delinquenti, e questa deve essere la volta buona per cambiare. Ma per farlo non servono i proclami: serve un lavoro quotidiano che prometto faremo”.
A proposito dei possibili provvedimenti, il Premier dichiara: “Si è parlato del Daspo a vita: è una proposta seria che studieremo, ma il discorso è più ampio, non si tratta solo di una questione di regole. Per esempio la sicurezza negli stadi non deve essere sostenuta economicamente dai cittadini, ma dalle società, che devono corresponsabilizzarsi. Anche la legge sugli stadi deve rientrare in questo discorso, ma potrà funzionare solo se in un pacchetto di revisione complessiva, anche dal punto di vista educativo. Lo dico con il sorriso sulle labbra e l’amarezza nel cuore: è una partita che avremmo comunque dovuto giocare, a prescindere dai fatti di Roma”.
Infine, quando gli viene riportato che il padre di Ciro Esposito, il ragazzo ferito negli scontri, ha lamentato una mancanza di vicinanza da parte dello Stato, Matteo Renzi dichiara: “Stiamo assicurando, come doveroso che sia, tutte le attenzioni del caso, stiamo facendo la parte che compete alle istituzioni in questo momento, non aggiungo altro”.