“L’uomo che ama”: Pierfrancesco Favino è rigoglioso !
Pierfrancesco Favino, l’interprete de “L’uomo che ama“, di Maria Sole Tognazzi, beccato rigoglioso in spiaggia. Ottimo inteprete nel film (dove si vede anche il suo bellissimo posteriore), Favino mostra le sue grazie.
…E ” L’uomo che ama”, è anche l’uomo gay (come scritto da cinemagay) “L’uomo che ama” di Maria Sole Tognazzi (figlia d’arte) è solo un buon film con diversi meriti e qualche limite, tra questi ultimi una sceneggiatura troppo esile, che non riesce a dare slancio alla storia, soprattutto a quella etero. Nel film, infatti, abbiamo anche una storia gay che, a differenza di quanto affermato da Dario Zonta, critico dell’Unità, non è una “sorta di quota gay, ormai in voga nel cinema italiano”, ma una parte essenziale del film, determinante per comprenderne appieno la tematica (l’uomo che ama) e lo sviluppo psicologico del protagonista.
Roberto (Pier Francesco Favino) è un agiato farmacista che convive con Alba (Monica Bellucci) senza esserne veramente innamorato. Ha un fratello gay, Carlo (Michele Alhaique), al quale è molto legato, che invece è innamoratissimo di Yuri (Glen Blackhall). Sarà proprio la grande prova d’amore che Carlo dimostrerà verso il suo compagno che contribuirà a muovere le acque nella vita stagnante di Roberto.
Grande merito, almeno per la redazione di Cinemagay, di questo film è proprio quello di presentarci una intensa storia d’amore gay perfettamente integrata e sostanziale nella struttura del film. Finora, in Italia, ci era riuscito solo Ozpetek, e i riferimenti al suo cinema sono quasi obbligati davanti a quest’opera intimista, storia di sentimenti e desideri che riempiono la nostra quotidianità.
Definire questo film un film gay non è azzardato. Un’opera gay non deve essere un’opera che taglia fuori tutto quello che non è gay. Al contrario, per non cadere nello stesso peccato del cinema che da sempre ci esclude, deve essere un film capace di guardare alla realtà nel suo complesso, nella sua varietà, senza pregiudizi o censure precostituite.
Carlo ci è presentato come una persona assolutamente normale, perfettamente inserito nella famiglia e nell’ambiente, coi problemi di tutti, il lavoro soprattutto, e la fortuna di avere incontrato l’amore, quello che può durare tutta la vita. Quando decide che è venuto il momento di fare il coming out in famiglia, lo fa con una semplicità disarmante (anche se a noi è venuta la pelle d’oca) e la reazione dei genitori settantenni è da manuale. La lettera che lascia al fratello prima di essere operato (scusate se qui ci siamo lasciati vincere dall’emozione) ci conferma che siamo davanti ad un personaggio con una statura morale invidiabile. L’esempio di vita e d’amore che offre al fratello etero non può lasciare quest’ultimo indifferente. L’uomo che ama esiste, ce l’ha davanti. Ma ad amare, si sa, bisogna essere in due…
Nel frattempo il macho Favino è stato beccato rigoglioso e le sue foto stanno già circolando su vari blog !! Godiamocelo, allora, nella nostra gallery !