Luigi Mastrangelo:”I calciatori come fighetti!”

Da Mottola, piccolo paesino pugliese, alla sfolgorante carriera nella pallavolo per la Roma Volley, Luigi Mastrangelo, detto “Maestro” è la nuova icona gay.

Niente più Carrà o Mina o i calciatori stile Kakà, gli omosessuali, al pari delle donne, hanno decretato che l’uomo che si porterebbero volentieri nel talamo amoroso è l’adone Gigi Mastrangelo, classe 1975. Il pluricampione europeo e mondiale, col desiderio di qualche oro anche a Pechino, rilascia al mensile Babilonia una intervista esclusiva, parlando molto di sport e omosessualità e, naturalmente della sua passione per la pallavolo.

Ma se non avesse fatto il giocatore?
«Avrei scelto di fare il poliziotto, per fare pulizia di tanta delinquenza».

Babilonia interroga il campione sul problema a dichiararsi omosessuali nelle varie discipline sportive, per paura di essere emarginati.
«Non capisco perché i gay debbano avere difficoltà a dichiararsi. Non siamo aperti abbastanza. All’estero non è così. In Inghilterra o in Germania, per esempio, le cose sono molto più limpide e cercano di combattere l’omofobia anche nello sport. Sì, non dovrebbero avere alcuna paura. Poi forse in Italia sarebbero criticati, ma questo è un problema di chi lo critica, non certo di uno sportivo gay», risponde Mastrangelo.

Proseguendo nell’intervista a Babilonia, Mastrangelo, racconta di quanto gli piaccia essere la nuova icona gay: «Ho tanto amici gay. Non ho nessunissimo problema con loro, anzi. E poi ho un cugino omosessuale».

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Ma, quelli della sua squadra, l’allenatore?
«Forse qualche invidia per il fatto di essere così apprezzato per il mio aspetto sia dalle donne che dagli uomini. Sono contento perché credo faccia bene alla pallavolo, visto che non è conosciutissima. Proprio per questo non pensavo di diventare un appeal symbol per le donne. Gli uomini però mi hanno sempre dato più soddisfazioni. L’ho capito anche e soprattutto attraverso le mie amicizie con i gay. Apprezzano di più la fisicità».

Mai ricevuto “avances”?, chiede la storica rivista omosessuale.
«Sì, anche da amici», risponde il campione.

Poi, Mastrangelo dice la sua sui calciatori: «Quasi ogni domenica muore una persona per il calcio. E questo è terribile. Inoltre mi dà fastidio la sovraesposizione dei calciatori: sempre ricercati. E poi hanno tutti le sopracciglia rifatte. Le trovo molto poco maschili».

Non dimentica Pechino, Mastrangelo e a Babilonia dichiara: «Mi rendo conto che c’è un problema politico e umanitario. Se me lo permettessero metterei il fazzoletto bianco. So che tanti atleti hanno paura ad andare ed è una cosa assurda».

Sulle adozioni gay è ancor più incisivo: «Penso – dice Mastrangelo – che due omosessuali possano crescere un bambino benissimo. Non ci trovo niente di strano. E’ strano piuttosto il fatto che non sia permesso».

Parteciperebbe, anche come testimonial al Gay Pride?
«Sì. Accetterei volentieri. Mi invitate?», risponde con un bel sorriso a Babilonia.
Via | Gaynews

Red

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