Luca era gay ? Riflessione/confessione di Luca…
“Luca era gay?” Si registra, sul portale Indymedia (http://roma.indymedia.org/node/8211), la riflessione-confessione di Luca, che dichiara al mondo di essere ancora, felicemente gay.
■ PRESENTATO ESPOSTO ALLA PROCURA DI SANREMO CONTRO IL BRANO DI POVIA
“Ero gay… e adesso dico a tutti di essere felice, perché sto con lei.. anche se – Dio! – mi mancano le mani forti di lui. Ero gay… sono gay“.
Luca era gay?
riflessione/confessione di Luca su una (brutta) canzone dedicata alla “terapia dell’omosessualità”
La canzone “Luca era gay” doveva intitolarsi “Un altro uomo”, ma poi l’autore ha preferito dedicarla a Luca Di Tolve, fondatore del Gruppo Lot, per la terapia spirituale e psicologica dell’omosessualità. Giuseppe ha scritto quella canzone con autentico entusiasmo, perché è genuinamente convinto che l’omosessualità nasca dall’insicurezza dei giovani e che solo l’amore di una donna e la gioia di avere una famiglia, di essere padre possano dare equilibrio a un uomo.
Giuseppe conosce perfettamente le sofferenze di chi, da ragazzino, scopre di essere diverso dalla maggior parte dei coetanei. Loro sognano il corpo femminile, mentre tu spii i più atletici dei tuoi compagni, in palestra e sotto la doccia. Il romanticismo e la dolcezza delle ragazze ti piacciono, così come la complicità e la confidenza che esistono fra loro. Ma è un’ammirazione “fra simili”, che ti spinge a cercare un’amica del cuore, con cui parlare di tutto, anche “di maschi”. Intanto il tuo cuore batte forte per un ragazzo dagli occhi intensi e profondi, che si muove con grazia virile ed è bello come le statue greche che rappresentano dei, atleti o eroi. Rimani incantato a guardare le gambe nude di un compagno che gioca a calcio e corre come il vento, lasciando dietro di sé profumo di buono. Giuseppe sa quanto è stato difficile per un giovane gay vivere l’adolescenza e la prima giovinezza, soprattutto se papà e mamma scoprono all’improvviso, a causa di un’imprudenza, le tue inclinazioni. Ecco allora che tutti gli equilibri delicati su cui fondi la tua autostima e la tua voglia di vivere si sfasciano e inizia un carosello di incontri con psicologi, terapisti e sacerdoti. Le poesie di Sandro Penna e di Kavafis lasciano adesso il posto alla Bibbia e agli scritti di San Josemarìa Escriva – che palle! – il fustigatore di emozioni, fondatore dell’Opus Dei. Preghiera e umiliazione della carne devono guarirti nello spirito, insieme alla terapia di Joseph Nicolosi, psicoanalista che ha inventato la “terapia riparativa dell’omosessualità”, cui si sottopongono centinaia di giovani gay, ogni anno. Finché, mentendo, ringrazi tutti di averti aperto gli occhi e ti “ricostruisci” una reputazione e una pseudo-esistenza: ho passato momenti di confusione… forse non accettavo l’idea che la mia adorata mamma non restasse l’unica donna della mia vita… e negli uomini più grandi di me, cercavo mio padre.
Ero gay, ma adesso sono rinsavito e mi sono accorto di quanto siano meravigliose le donne, di che mistero sublime racchiuda la vagina. Ero gay! Cercavo sicurezza appoggiando il viso sul petto forte di un ragazzo, ascoltando – come una musica antica e sacra – il ritmo del suo cuore, inebriato dal suo profumo selvatico e speziato. Che follia, non è vero? Ma adesso no, adesso sto con lei e bacio i suoi seni, seni di donna, “bianche colline”… Ero gay e poi (grazie mamma e papà, Escriva e Lot, Nicolosi e Gesù, Santa Figa e Beate Tette) – sono diventato “normale”: nessuna malattia, nessuna guarigione. Ero gay… e adesso dico a tutti di essere felice, perché sto con lei.. anche se – Dio! – mi mancano le mani forti di lui, il suo profumo di muschio (di maschio), il ruvido (piacevole) contatto con sua barba e – più di tutto – mi manca la sua bocca che mi nutriva di vita, che nutrivo d’amore. Ero gay… sono gay… come te, Luca, che eri gay… e torni gay, quando sei lontano da lei…
Si può curare l’omosessualità? La risposta è… un’altra domanda: l’amore è una patologia dell’anima?