Josè Mourinho: il più bel saggio (e più sensuale) del calcio
Nato quarantasei anni fa in Partogallo, Josè Mourinho è riuscito, non appena sbarcato nello stivale d’Europa, a farsi odiare ed amare a livelli stellari.
Figlio d’arte, per via del padre che era calciatore, entra a contatto sin da giovane con importanti realtà calcistiche che gli fanno ben capire le dinamiche tecniche ed umane per una ottima riuscita. Questo lo ha portato a sviluppare una personalità che potrebbe essere applicata come rimedio per la sfiducia di noi cittadini nei confronti della nazione in cui viviamo.
Josè combattente feroce ma con tanto cuore… È capace di grandi cose l’uomo più criticato dai giornalisti sportivi italiani, che probabilmente non sono più abituati a qualcuno che esprima gioia e dolore, disaccordo ed obiettività sempre e comunque in modo onesto e misurato.
Chiunque ha provato ad intrufolarsi in quello sguardo che raramente cambia espressione, per carpirne i pensieri più nascosti o, se mai ci fosse, del marcio. Nelle poche interviste che ha rilasciato gli si chiede perché non sorrida mai e sistematicamente, ogni volta, quella domanda è l’unica che lo fa ridere. La sua concezione di allenatore non è quella di padre putativo del giocatore, ma un occhio onnipresente che controlla l’atleta in ogni anfratto della giornata per accettarsi che non vada a trans o che sniffi a fine partita.
Mourinho è un cultore dell’autodisciplina e quindi dell’autodeterminazione, della maturità che in un giocare di calcio, sopratutto in Italia, è difficilmente riscontrabile. Come lui stesso dice, i calciatori lavorano col corpo e questo va salvaguardato e curato in quanto mezzo necessario per la professione.
Lui ha fatto capire agli italiani e soprattutto ai calciatori che non sono una casta privilegiata di palestrati che guadagnano cifre con una vagonata di zeri. Devono sudare ogni singolo centesimo di quella cifra esorbitante che intascano mensilmente, così come ognuno di noi, per molto meno, dà tutto il sangue che ha in corpo per il progetto che porta avanti.
Antonio P.
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