JOHN AMAECHI: «Calciatori non fate outing»
Questo è il messaggio che l’ex giocatore dell’NBA, dichiaratosi omosessuale quando si ritirò dal basket, nel 2007, lancia a tutti i calciatori.
«Ho parlato personalmente con 10,12 calciatori gay attualmente in attività e vi posso garantire che esistono, così come vi posso garantire che nessuno di loro mi ha chiesto se debba fare outing. Ma se lo facessero, direi loro di non farlo, perché io non sono un attivista gay e non insisto affinchè si trasformino in nuovi Giovanna d’Arco, perché sarebbe esattamente questo che succederebbe: finirebbero subito al rogo. Penso che l’errore che ha fatto la FA sia stato quello di credere che siccome nessun giocatore è stato così coraggioso da ammettere la sua omosessualità, l’omofobia continuerà a esistere. Ma non è compito delle minoranze rendere l’ambiente più sicuro». Ma non è tutto. «Il calcio è uno dei pochi sport in cui abbiamo un precedente illuminante e mi riferisco a Justin Fashanu, che ammise la sua omosessualità nel 1990 e ne è rimasto distrutto, perché questa cosa lo ha letteralmente ucciso. Si può onestamente dire che qualcosa da allora sia cambiato? Gli attivisti gay mi dicono spesso che se avessi fatto outing mentre giocavo, questo avrebbe fatto una gran differenza, ma onestamente non lo credo. Quello che credo è che avrei perso il mio lavoro e che bene avrebbe fatto tutto questo? Non abbiamo bisogno di martiri». Poi si spinge a parlare dei comportamenti da spogliatoio: «I miei compagni sapevano della mia omosessualità: ero un gay silente, accettato nella misura in cui non parlassi della mia condizione. Nel calcio è considerato un comportamento da gay pure non portarsi a letto ogni donna che respira o avere amicizie femminili non a sfondo sessuale. Lo sapevano. Tanto per cominciare, io ero diverso da loro perché ero inglese ed ero intelligente e questa non è una cosa ammessa in uno spogliatoio. E quindi non erano sorpresi dal fatto che ci fosse qualcosa d’altro sul mio conto. Qualcuno poteva chiedermi: “Ehi, non ti ho mai sentito parlare di donne” e io gli rispondevo: “Già, e c’è una ragione”. Ma ciò era tutto quello che doveva essere detto sull’argomento perché se era accettabile ascoltare i discorsi di qualcuno che si vantava di essere stato a letto con una donna che non era la moglie, non era, invece, tollerato che io raccontassi di essere andato al cinema con il mio partner».
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Lo zio Nico