Il patrimonio di Lucio Dalla va ai cugini
Quando scrivemmo l’annuncio della sua morte, ricevemmo numerose critiche. E questo perchè nel titolo ci azzardammo a scrivere: “MUORE IL CANTANTE GAY LUCIO DALLA”… Come si poteva precisare una cosa del genere? Perchè era necessario precisarlo? Che cosa c’entrava…
Eppure, a quanto pare c’entrava parecchio. Proprio per la mancata dichiarazione di omosessualità di Lucio Dalla, seppur vissuta alla luce del sole bolognese con il suo compagno Marco Alemanno, definito schifosamente e ipocritamente dai media come un “amico del cuore” e non con il vero ruolo che occupava nella sua vita, quest’ultimo è stato tagliato fuori dal suo testamento e non riceverà nulla, ma proprio nulla dell’eredità del compagno che ha amato e accudito in tutti questi anni. Per di più, non gli sarà permesso di abitare nella casa che, con Lucio, condivideva.
Il cantante, non avendo fatto testamento, ha indirettamente lasciato come suoi eredi i suoi cugini. Lo si è appreso qualche giorno fa a seguito della curatela dei beni da parte del commercialista Massimo Gambini, curatela che cessa.
A Marco Alemanno, nulla. Nulla perchè Marco Alemanno in Italia non ha alcun diritto. Perchè Lucio Dalla non lo ha mai sposato ed è morto senza aver fatto testamento, così che tutti i suoi beni finiscono nelle mani dei parenti più prossimi entro il sesto grado di parentela. I conviventi non sono presi in considerazione, nemmeno i fidanzati, gli amici e le altre persone più care.
Insomma, senza testamento i parenti di Dalla non hanno alcun obbligo da rispettare e, ora che la casa in cui ha vissuto da una vita è entrata in loro posseso, possono anche mandarlo via, se vogliono.
Lucio Dalla era gay.
Marco Alemanno era il suo compagno.
Questa è l’Italia.
Questi siete voi.
E quanto siete stati ridicoli nel dirci di togliere quel gay vicino al suo nome, quando invece proprio quella parola accostata al suo nome avrebbe potuto, se pronunciata o scritta senza vergogna alcuna dal pugno di Lucio, permesso a Marco di avere ciò che Marco era giusto che avesse!
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Lo zio Nico