Il Natale LGBTQ di Ricci/Forte, arte contemporanea
Al di là della scintillante superficie del Natale consumistico, una discesa speleologica nel ventre sotterraneo scavato dalla fame insaziabile di una cultura che cannibalizza se stessa, senza sosta.
Una danse macabre in quadricromia, antiretorica e senza sbavature di pietà, che in uno stesso gesto iconoclasta calpesta le macerie di due imperi: da una parte la Roma dei Cesari, le cui vestigia sopravvivono miti nei Fori Imperiali, e dall’altra il regime dell’effimero globale e connesso. In sottofondo, come un coro festoso di voci bianche, il languore di mondo sfigurato nel vorticare di immagini, smaterializzato, remixato dalla molteplice fascinazione dei fuochi fatui accesi in miliardi di schermi azzurrini, televisori gonfi di flussi di seducenti jingle che sobillano eserciti di consumatori ad assaltare il fortino di un’illusione di felicità in offerta speciale per il giorno della crapula.
Dall’8 al 15 dicembre 2010 la Fondazione Alda Fendi – Esperimenti, con Raffaele Curi (direttore artistico) e Alessia Caruso Fendi (direttore del Silos), sceglie di celebrare la più pagana delle feste (quella del Sol Invictus, evolutasi col tempo nel nostro Natale) invitando ricci/forte, ensamble tra i più acclamati del teatro di innovazione italiano, a realizzare a Roma una performance esclusiva intitolata SOME DISORDERED CHRISTMAS INTERIOR GEOMETRIES.
La location è il suggestivo Silos aggregatore di idee sede della Fondazione, il cui livello ipogeo corrisponde in parte all’antica Basilica Ulpia, a pochi passi dalla Colonna Traiana.
Venticinque minuti di performance, otto volte al giorno per otto giorni consecutivi. Undici performer (Anna Gualdo, Andrea Piazzali, Anna Terio, Barbara Caridi, Elisa Menchicchi, Fabio Gomiero, Giuseppe Sartori, Marco Angelilli, Valentina Beotti, Valerio Sirna, Velia Esposito) si confrontano corpo a corpo con un pubblico di cinquanta spettatori alla volta. Un evento unico, che non sarà mai più replicato dopo questa occasione, offre alla nemesi riccifortiana la possibilità di sferrare un attacco indigesto, spregiudicato e pop al cuore del Natale e, con esso, ai fondamenti stessi dell’ordine sociale costituito. Passato e futuro, retaggio e innovazione si contaminano, sbriciolando certezze, traiettorie e progetti possibili.
Gli inquieti fantasmi di “A Christmas Carol” di Charles Dickens, la rarefazione della fotografia di Francesca Woodman e il tormento della scultura di Auguste Rodin si tramutano, nell’esercizio piroclastico della scrittura drammaturgica di ricci/forte, in confezioni regalo da scartare sotto il vischio di una liquidità identitaria e culturale antiborghese. Invitando gli spettatori a un vertiginoso brindisi nella festa di un inferno quotidiano in cui non è previsto il diritto di recesso.
È possibile prenotare a partire dal 25 novembre telefonando ai numeri 06.6792597 – 06.6793139