I Bronzi di Riace “gay e proibiti” fotografati dall’allievo di Andy Wharol
Il fotografo Gerald Bruneau allievo di Wharol, è l’autore degli scatti “proibiti” che hanno fatto indignare la sovraintendente Simonetta Bonomi , che dice che gli scatti non sono stati autorizzati dalla Soprintendenza dei beni archeologici della Calabria da cui dipende il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria.
La Bonomi racconta “La vicenda risale ai primi dello scorso mese di febbraio, quando la Regione ha organizzato una kermesse di fotografi internazionali per promuovere i Bronzi all’estero. In quella occasione c’era tanti fotografi, tra i quali Bruneau, per realizzare un servizio per alcune testate tedesche ed inglesi. Mi mostrò la foto di Paolina Borghese avvolta in un drappo rosso e la trovai bellissima. Quindi mi propose di fare uno scatto ad una statua con alle spalle un tulle bianco. Avendo visto la foto di Paolina e conoscendolo come un ottimo fotografo, gli dissi di sì. Infatti mi fece vedere uno scatto con la statua A con dietro il tulle bianco ed era molto bella. Poi, a mia insaputa, ha scattato le altre immagini, che sono terribili. Quando i custodi se ne sono accorti sono intervenuti e lo hanno bloccato, ma evidentemente era già riuscito a fare alcuni scatti”. “Per me – ha aggiunto la Bonomi – era scontato che se le tenesse per sé, visto che non era state autorizzate, ma adesso vedo che sono uscite e non so come. Tra l’altro è curioso che vengano fuori proprio nei giorni in cui c’è la solita polemica sull’eventuale trasferimento dei Bronzi in altri musei. Sembra quasi una cosa orchestrata”.
I Bronzi sono stati ritratti con velo da sposa e coroncina di fiori, tanga leopardato e boa fuxia, dei Bronzi di Riace gay in tutta la loro possenza , che secondo molti sono stati ridicolizzati.
Ma la polemica non finisce qui, perchè solo pochi giorni fa sempre riguardo ai Bronzi erano insorti Maroni e Vittori Sgarbi che chiedevano che i Bronzi fossero trasportati a Milano in vista dell’Expo 2015. Richiesta che non è stata accolta.
Quindi Maroni rincara la dose e dice: “Invece che esibirsi in tanga, i Bronzi possono e anzi devono venire a Milano” e continua “PRIMO, non è il museo che decide, ma il ministero. Secondo, io ho parlato con il ministro Franceschini la settimana scorsa, e lui non ha detto no, anzi ha trovato la proposta molto intelligente. Terzo, mi pare che anche giù in Calabria, al di là di chi reagisce in modo scomposto, ci sia chi ha capito come Agazio Loiero, l’ex governatore: ha detto che è buona occasione per mostrare una Calabria diversa da quella che spesso si dipinge. Quindi a settembre faremo una richiesta formale al ministro che poi deciderà. Noi siamo disponibili non solo a tutte le misure necessarie per mettere in sicurezza le opere ma anche a ricompensare adeguatamente la Calabria. Può essere l’inizio di un’alleanza tra le due regioni e di una una collaborazione interessante sul piano culturale. Sono decisamente ottimista. La cosa si può e si deve fare”.
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