Gay Art – Esplorazione del mondo dell’arte gay contemporanea

Che il mondo dell’arte fosse costellato di omosessualità è una palese certezza.

Nonostante la generalizzazione che la sensibilità omosessuale sia più acuta rispetto a quella eterosessuale, per quanto possa aberrare molti, spesso è volentieri è una costatazione vera. Ovviamente vi sono moltissimi gay con la emotività di un trattore ma resta sempre oggettivo che il mondo dell’arte ha sempre riservato poltrone d’onore agli artisti omosessuali. In questi casi, spesso, il tema discriminatorio viene affrontato in chiave dissacrante e provocatoria. L’indiana Tejal Shah affondava le mani qualche mese fa, in tempi non sospetti, nel tema della trans-izione. Passare dai caratteri distintivi dell’essere uomo a quelli dell’essere donna, abbattendo e imbastardendo i cliché conformisti che ci portiamo dalla nascita.

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Wendy Mukluk rende immortale il requiem per le vittime dell’AIDS. Amici e parenti fotografati al pieno delle forze, in tutta la loro umanità e sovra-vitalità. In ogni foto è perpetua la sofferenza ed il rimpianto per la conclusione di una vita ancora assetata di esperienze.

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Peter Berlin, negli Anni Settanta, ridefinì il concetto di autoritratto e di erotismo. Nelle sue foto tanto narcisismo ed egocentrismo caro al mondo gay, tanta iconografia innovativa, molta voglia di restare impressi nei secoli dei secoli.

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David Gremard si rifà all’ allegoria classica e allo stile rinascimentale. La sua rivisitazione del concetto di metamorfosi non si completa e l’evoluzione resta sempre lacunosa. Il superuomo non possiederà mai tutti i superpoteri che brama; per quanto possa pensare di aver raggiunto un livello superiore di consapevolezza, resterà in se sempre una parte umana, probabilmente la più bella.

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Foto: Google

Antonio P.

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