Filippo Turetta le prime parole dopo l’arresto e il discorso della sorella di Giulia
Filippo Turetta le prime parole dopo l’arresto e il discorso della sorella di Giulia. Il corpo di Giulia, scomparsa insieme al fidanzato Filippo da una settimana, è stato ritrovato il 18 novembre, dopo una settimana, appunto, di ricerche. Turetta, intanto, era fuggito in Germania. Il ragazzo è stato arrestato dalla polizia tedesca il 20 novembre.
Turetta è accusato di omicidio volontario aggravato e rischia l’ergastolo.
Il caso di Giulia Cecchettin ha suscitato grande commozione e indignazione in Italia. La giovane donna è stata uccisa in modo brutale e crudele, e il suo assassino è un uomo pericoloso che deve essere punito severamente.
Le prime parole di Filippo Turetta dopo l’arresto in Germania
La polizia tedesca lo ha definito molto provato. Le prime parole dell’assassino di Giulia sono state “Portatemi in Italia“. Il ragazzo, infatti, non ha rifiutato l’estradizione.
Le forti parole della sorella di Giulia
Una lettera che non lascia dubbi o interpretazioni:
“Filippo Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è. I mostri non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro.”
“La cultura dello stupro è ciò che legittima ogni comportamento che va a ledere la figura della donna, a partire dalle cose a cui talvolta non viene nemmeno data importanza ma che di importanza ne hanno eccome, come il controllo, la possessività, il catcalling. Ogni uomo viene privilegiato da questa cultura – continua – Viene spesso detto “non tutti gli uomini”. Tutti gli uomini no, ma sono sempre uomini. Nessun uomo è buono se non fa nulla per smantellare la società che li privilegia tanto. È responsabilità degli uomini in questa società patriarcale dato il loro privilegio e il loro potere, educare e richiamare amici e colleghi non appena sentano il minimo accenno di violenza sessista.”