Esce il nuovo album di Jovanotti “Lorenzo 2015 CC”. Intervista
Oggi esce il suo nuovo album “Lorenzo 2015 CC” e ieri sera Lorenzo Jovanotti è stato ospite di “105 Mi Casa”, il programma di Max Brigante in onda su Radio 105.
Questi alcuni passaggi dell’intervista:
“L’estate addosso” diventerà la colonna sonora di un film che non c’è. Il film ancora non è stato girato, esiste una sceneggiatura, esiste un progetto che probabilmente andrà in porto l’anno prossimo. Ma io la canzone l’avevo fatta e quindi ho detto a Gabriele (Muccino, ndr) “Gabriele non me la fare tenere lì, l’estate arriva, questo è un pezzo stupendo per l’estate, io devo fare gli stadi”.
L’intenzione è che diventi il singolo dell’estate prossima.
A me piace l’estate italiana, è una cosa dell’Italia … pensa che finisci la scuola a giugno e ricominci a settembre. Ma quale altro popolo ha questa cosa che dici “ho tre mesi davanti senza fare niente”. E l’estate italiana è un grande archetipo della nostra identità. Mi piacciono le canzoni estive, ho sempre amato dai Righeira ai pezzi di Battiato ad “Amore disperato” di Nada. L’estate è il periodo in cui ti lasci andare di più.
A proposito del tour negli stadi
Avere suonato negli stadi due anni fa per me è stata un’esperienza di vita, stare sul palco davanti a tutta quella gente mi ha un po’ cambiato la vita perché ti rimane questo senso di gratitudine, di non essere mai pronto per un’esperienza del genere. E’ tanta roba. E quando ho cominciato a scrivere il disco non riuscivo a scrollarmi di dosso quella sensazione, avevo ancora addosso la volontà di fare delle canzoni che funzionassero in quel contesto.
Costruire una canzone è come costruire una moto: c’è dentro un po’ di divertimento, un po’ di follia, tanta tecnologia, tanta attenzione e poi fondamentalmente la moto deve andare.
A San Siro faremo tre date di fila. Io avrei fatto anche un giorno di pausa, ma non c’è stato proprio modo. Ho chiesto al mio allenatore – Fabrizio, che condivido con Alonso, che è stato il fisioterapista storico di Marco Pantani – come fare. Lui mi ha fatto una visita e mi ha detto “Da qui a giugno ci alleniamo seriamente e arriviamo pronti”.
Negli stadi avrò la stessa band dell’ultimo tour perché è una questione sportiva: questa squadra spacca e siccome per costruire una squadra ci vogliono almeno due anni, questa squadra oggi è ancora più in grado, ha una gran voglia. Ci sarà un chitarrista molto giovane in più perché l’altra volta avevo voglia di avere più chitarra in alcuni pezzi. E poi un grande investimento dal punto di vista strutturale: abbiamo un visual mostruoso.
Non farò molti pezzi nuovi, credo ne suoneremo 5 di questo disco perché negli stadi bisogna divertirsi, bisogna godere, emozionarsi, piangere, bisogna conoscere le canzoni. Io vado in uno stadio a godermi una festa, non a scoprire un disco. Le canzoni saranno i successi, rivisti, pompati, dopati. “Musica” non sarà mai un singolo, ma lo farò perché è una canzone che ha già un bel tiro.
Disco rock’n’roll
La parola chiave di questo disco mentre lavoravamo era “rock’n roll”. Io dicevo: “Ragazzi, questo disco deve essere rock’n’roll”, non deve essere leccato, non deve essere lucidato, iperprodotto, non deve suonare artificiale, voglio che le canzoni suonino come se uno avesse l’impressione di averle fatte questa mattina. Questa cosa volevo fosse la chiave di lettura di tutto il disco.
“Pieno di vita”
Il disco per un attimo avrebbe dovuto intitolarsi “Pieno di vita”, come una canzone. In fondo è un disco pieno di vita ed è quello che vuole portare. Vuole portare la sensazione che vivere sia qualcosa.