Diritti gay in Italia: posizione discriminatoria della Camera dei Deputati. Affossata la legge anti-omofobia, giudicata incostituzionale dal Parlamento
Ieri, martedì 13 ottobre, la Camera dei Deputati ha affossato la legge “anti-omofobia” presentata dall’on. Paola Concia, approvando un provvedimento avanzato dall’UDC (in particolare dai deputati Vietti, Buttiglione, Rao, Capitanio Santolini, Volontè, Ciccanti, Compagnon e Naro) che dichiara la stessa incostituzionale.
L’iniziale impostazione della legge prevedeva l’inserimento nel codice penale italiano di un’aggravante per i reati commessi, in relazione all’orientamento sessuale e all’identità di genere, contro persone lesbiche, gay e transgender. Dopo un’aspra discussione in Commissione Giustizia, i deputati avevano deciso di respingere l’inserimento di un’aggravante per i reati legati alla transfobia e per i reati d’onore (ingiuria, calunnia, diffamazione), mandando il disegno di legge al voto alla Camera.
Per opera di 285 deputati italiani, che hanno votato l’affossamento della legge Concia, tutavia, nell’ordinamento italiano il concetto di orientamento sessuale è stato letteralmente cancellato e giudicato “incostituzionale”, motivato con la frase: “l’inserimento tra le aggravanti comuni previste dall’articolo 61 del codice penale della circostanza di aver commesso il fatto per finalità inerenti l’orientamento sessuale ricomprende qualunque orientamento ivi compresi incesto, pedofilia, zoofilia, sadismo, necrofilia, masochismo, eccetera”.
Mentre in tutta Italia si stanno susseguendo manifestazioni di protesta nate spontaneamente da gruppi di cittadini, il Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale per i Diritti Umani, manifesta la più viva disapprovazione nei confronti del Governo e della Camera dei Deputati del nostro Paese: siamo di fronte a un muro di follia giuridica che suona come eversiva rispetto all’appartenenza dell’Italia all’Unione europea.
Di fatto, dichiarare incostituzionale l’orientamento sessuale significa negare la valenza giuridica e civile del Trattato di Lisbona, ratificato nel 2008 dal Parlamento italiano, e la stessa Carta di Nizza, che all’articolo 21 chiarisce palesemente: “È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul seso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale”.
La volgarità e la malizia di certe equiparazioni in sede politica e parlamentare (pedofilia, necrofilia e quant’altro paragonate all’omosessualità), portate avanti dai partiti UDC, Lega Nord e PDL (ma avvallate anche da alcuni componenti del Partito Democratico, come l’on. Paola Binetti), squalificano il nostro Parlamento agli occhi internazionali e pongono la popolazione lesbica, gay, bisessuale e transgender sotto un’ottica contraria alle Convenzioni internazionali sui diritti umani, ledendo gravemente la dignità e i diritti fondamentali di queste persone e avallando la discriminazione, i pregiudizi e gli abusi contro di loro.
Ricordiamo che negli ultimi mesi si sono verificati in tutto il territorio italiano numerosi episodi di violenza omofobica e transfobica ai danni della comunità lbgt: da Roma – dove due gay sono stati aggrediti e uno dei due accoltellato da un passante perché si scambiavano effusioni – a Firenze, dove un ragazzo di 23 anni è stato ridotto in fin di vita da due leghisti, che lo hanno seguito all’uscita di un locale gay e massacrato di botte a mani nude; da Torino – dove un padre ha segregato e picchiato il figlio che gli aveva confessato di essere omosessuale – ad Agrigento, dove due ragazzi sono stati brutalmente percossi all’uscita di scuola perché omosessuali. Da nord a sud, giorno dopo giorno, il Gruppo EveryOne, l’associazione radicale Certi Diritti, Arcigay e le altre associazioni lgbt italiane hanno raccolto denunce su denunce di intimidazioni, pestaggi, ronde omofobe e attentati ai danni della minoranza omosessuale e transgender, nonché dei suoi luoghi di ritrovo e socializzazione.
Chiediamo alla Commissione europea e al Consiglio d’Europa una presa di posizione effettiva relativamente alle dichiarazioni gravemente discriminatorie e da parte delle Istituzioni italiane, che sottolineano per l’ennesima volta il clima di pregiudizio ee emarginazione che sla comunità gay vive da tempo nel Paese; in Italia manca totalmente, di fatto, ogni diritto e ogni tutela per le persone lgbt ed è sempre più grave l’ingerenza delle gerarchie religiose nella vita politica e parlamentare italiana, senza che siano espresse manifestazioni di laicità dalle parti politiche e senza che vengano stigmatizzate pubblicamente e pesantemente posizioni neo-fasciste e neo-naziste sostenute dalla destra parlamentare italiana.
Chiediamo ai deputati europei di interrogare la Commissione e il Consiglio Ue sul comportamento di istituzioni e autorità italiane, contrario all’ottica civile dell’Unione europea e ai suoi fondamenti giuridici.
Facciamo appello infine all’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, affinché voglia esprimere forte preoccupazione per quanto sta avvenendo in Italia, chiedendo l’intervento del Consiglio di Sicurezza e dell’Assemblea Generale per portare all’ordine del giorno la questione italiana quanto prima.
Gruppo Everyone