Cieli Sporchi, un libro di Rosario Capaldo
Cinque racconti, dopo l’inizio e la fine dell’uno e dell’altro si collegano consegnando forma, contenuto e senso preciso a tutta la composizione.
E’ significativa, in primo luogo, l’originalità su cui poggia tutta la struttura del primo libro di Rosario Capaldo dal titolo “Cieli Sporchi”.
Il romanzo viene ad essere edificato sulla base di cinque racconti, nei quali grazie ad una meticolosa organizzazione di tipo circolare, l’inizio e la fine si collegano, consegnando forma, contenuto e senso preciso a tutta la composizione. I cinque racconti nei quali si svolge tutto il tessuto narrativo del romanzo, sono interdipendenti, ma possono benissimo sussistere separatamente.
L’argomento principale che fa da elemento trainante e coinvolgente in tutti i racconti è quello omosessuale.
La ricerca di una condizione di verità, di giustizia, di visibilità, ma soprattutto di un auto-riconoscimento nonché di accettazione di sé che i protagonisti sviluppano nelle situazioni più disparate viene a determinarsi come il carattere più insistente che traspare in tutto il romanzo.
Il pregio dell’autore unito al suo coraggio è in sostanza quello di di aver sovvertito il consueto registro di giudizio e pregiudizio , portando avanti il discorso sulla visibilità e l’autodeterminazione del soggetto come unicità. La prosa di Rosario Capaldo è sciolta, spontanea ed efficace, a volte cruda, ma senza mai cadere nella volgarità.
In conclusione uno degli schemi che ci apre la lettura di Capaldo è quello di riflettere in maniera ampia su questioni relative ad una rifondazione della soggettività che mette in discussione l’idea moderna di soggetto autofondato e propone di fronte a una violenza incontrollata di ripensare il rapporto sociale/soggetto a partire da un soggetto vulnerabile e debole, sulla scorta della propria esposizione alla violenza e dell’elaborazione del personale auto-riconoscimento e riconoscimento dell’altro.
Rosario Capaldo è nato a Nocera Inferiore in provincia di Salerno nel 1979 e risiede a Brescia, dove vive e lavora. Città che lo ha visto crescere dal punto di visto artistico, nonché personale, e che ha contribuito in maniera forte e determinante al consolidamento della sua vena artistica.
La città di Brescia ha dato i natali alle sue prime opere in qualità di pittore e grazie all’associazione culturale ReArte se ne è potuta avere la divulgazione.
Ha pubblicato la presentazione “Cenni sull’Utopia come progetto di ottimo governo” sul libro rosa pubblicato per la presa della ‘pastiglia il giorno 14 luglio 2005. archivio Rearte.
Ha lavorato come modello fotografico e come figurante televisivo tra i 18 e 21 anni, e da febbraio 2007 collabora con la compagnia teatrale “il teatro del tè” di Mauro Umberto Barcellandi.