Bologna, l’orgoglio gay si mette in mostra
Trent´anni fa, nel 1978, a Bologna si tenne la prima manifestazione nazionale che rivendicava i diritti degli omosessuali. Iniziativa promossa dai collettivi locali, come il “Circolo frocialista”, antesignano dell´Arcigay, che portarono a sfilare fino a piazza Maggiore circa 200 manifestanti e che diedero vita al primo convegno in Italia sull´argomento.
«Dagli scatti si può capire come queste manifestazioni siano sempre state allegre e chiassose – spiega Sara De Giovanni -. Ma ci si rende anche conto come non compaiono mai quelle immagini stereotipate di persone con body succinti e boa di struzzo. E sui cartelli si leggono le rivendicazioni, in parte le stesse di oggi. Ma diciamo che allora prevaleva più il sapore festaiolo. Era in fondo l´infanzia del movimento e in giovane età non ti preoccupi dei diritti della maturità e della vecchiaia».
Non sono cambiati i cartelli e non cambiano i dibattiti politici che hanno infiammato la città, civile e religiosa, chiamata a dare risposte al movimento. «Le polemiche ci sono sempre state, soprattutto negli anni Ottanta quando si è arrivati all´apertura del Cassero di Porta Saragozza, prima sede assegnata da un´amministrazione comunale ad un circolo omosessuale – commenta la curatrice -. Ma allora sembrava che ci fosse un cuscinetto capace di far sì che le polemiche non degenerassero mai in attacchi alla dignità delle persone. Sono interessanti alcune foto che riprendono gli anziani in piazza Maggiore a discutere, anche animatamente, con alcuni ragazzi vestiti in maniera eccentrica».
Testimonianza di un dialogo che ha creato la fama di Bologna come città tollerante.
Poi dal bianco e nero si passa al colore, grazie alle fotografie che provengono dall´archivio di Stefano Casagrande: scatti vintage che raccontano però bene il colore del movimento.
La mostra è accompagnata da un catalogo con la prefazione di Vincenzo Branà e la grafica di Serena Sacchetti. Fino all´11 maggio; lun-ven 15-20, sab-dom 10-13/15- 20.
Via|Gaynews