Allacciate le cinture, Francesco Arca: “Rimettiti i pantaloni”

Mi sono recato al cinema con la mia amica Marta Barzotto carico di aspettative. Si perché a mio giudizio Ferzan Ozpetek e’ uno dei migliori registi che abbiamo in Italia. L’ ultimo suo film “Allacciate le cinture“non è pero’ all’altezza dei precedenti, soprattutto non lo e’ di “Mine vaganti”.

L’ ambientazione è la stessa, un ‘assolata e compiaciuta Puglia, nello specifico di quest’ ultimo la storia si svolge a Lecce.

Il meccanismo è quello tipico del regista: un film corale, dove amore, affetti e dolore si mischiano.

La storia gravita attorno ad Elena (Kasia Smutniak) e Antonio (Francesco Arca).

I due si conoscono e si detestano nel 2000. Lei fa la cameriera in un locale del centro, è fidanzata con un rampollo di una ricca famiglia leccese. Lui fa il meccanico, è omofobo e razzista, fidanzato con l’ amica e collega di Elena, Silvia (Crescentini). È odio a prima vista. Ma essendo giovani e belli, la passione non tarda a raggiungerli.

Ci sono dei personaggi di contorno meravigliosi che come sempre nei film di Ozpetek, supportano e danno spessore alla storia stessa.

Ci sono la mamma di Elena, Anna, una fantastica Carla Signoris che porta con sé il dolore eterno di una madre che perde un figlio da bambino; la zia che cambia vita e cambia nome, prima Viviana e poi Dora (sono uscito con la quasi certezza che la “zia” fosse la fidanzata della madre) una Elena Sofia Ricci, così divertente che ogni volta mi dico che è veramente sprecata e sotto utilizzata nella cinematografia italiana. Le loro baruffe sono una delle cose migliori del film. I loro personaggi i piu’ credibili. Sono due attrici o meglio due donne che fanno le attrici e mostrano la loro età senza maschere o ridicoli artifici. Come son piaciute a Marta! ” Guarda!!! La Elena Sofia Ricci incomincia ad avere le braccia a ad ali di pippistrello!” ha sibilato come una vipera vedendo la Ricci che (volutamente) agitava le braccia mostrando una tonicità ormai dimenticata.

Poi c’è Egle, interpretata da un intensa Paola Minaccioni, altra attrice sempre presente negli ultimi film di Ozpetek, che interpreta il personaggio più doloroso del film.

C e’ anche Fabio, Filippo Scicchitano, amico fraterno di Elena che, si scopre verso la fine, e’ legato da sempre a lei e alla sua famiglia. Fabio e’ gay, carino e rimarrà vicino ad Elena sempre.

Quasi un cammeo quello di Luisa Ranieri alias Maricla, amante di Antonio poi. Che fisico ragazzi!! Ecco, forse per bilanciare la fisicità di Antonio, c hanno messo lei, per altro molto brava. Ma che gambe da urlo.

La storia si srotola in tredici anni della loro vita.

Ci sono dei salti temporali che destabilizzano un po’. Tant’ è che Marta pensava di essersi addormentata e da signora qual è cercava di giustificarsi ” forse mi son assopita. Beh, tutto quell’ ormone iniziale, m ha sfiancato!” “Tranquilla cara, non ti sei addormentata, la storia è tornata all ‘ inizio” l ho tranquillizzata.

Sulla bellezza della Smutniak, non ve’ dubbio. È anche abbastanza brava, se consideriamo che non è nemmeno doppiata (cosa che accade ancora con alcune oche nostrane che la fan da padrone nelle serie tv…..). Ma Francesco Arca? Un dubbio mi assale sul perché Ozpetek lo abbia scelto.

Marta, che tra gli amici è la più ferrata sull’argomento, ha passato la mezz’ ora di trailer antecedenti il film, a cercare di farmi capire chi fosse. La Marta, mi ha anche mostrato delle foto di Arca. Smart phone alla mano scorreva una miriade di immagini. “Trovato!!!” ha esultato, “le avevo salvate nella cartella manzi inespressivi”. Lo giuro. Non me lo ricordavo.

Perché è stato scelto lui? Ma la risposta vien da sé: considerato il numero di scene in cui rimane in intimo o igrigoglioso, giustamente mica potevano usare uno col fisico a torsolo di mela. Potrei farvi l elenco delle scene in cui Antonio rimane senza pantaloni ( si me le ricordo tutte, ma che volete, deformazione professionale). In alcune scene, per esempio quella in cui Antonio ed Elena si infrattano nell officina di lui e la tensione erotica effetivamente e’ quasi tangibile, il suo fisico recita meglio di quanto non possa fare lui. Ok, e’ una storia nata dalla passione e si è preferito dare forma alla passione usando un corpo imponente, muscoloso, abbronzato e tatuato ( so’ già che Marta direbbe ” dici poco!!!”).

Un occasione sprecata sia per la mancanza di coraggio da parte del regista e almeno uno sforzo recitativo in più da parte di Arca. Ma quando ti ricapita??? Sono quasi sicuro che il titolo “allacciate le cinture” sia nato dal numero di volte a cui è stato detto ad Arca, di rimettersi i pantaloni durante le riprese.

Ma un “Rimettiti i pantaloni” suonava un po’ troppo greve.

La solita Marta che lasciando la sala, laconica dice ” Che noia, nemmeno un full frontal!”

Jago deCassis

Red

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