Addio Mara – Elegia all’ex Ministro delle (im)Pari Opportunità
Se n’è andata. E verrebbe anche da cantare “Ding Gond the Witch is Dead”, ma non siamo abbastanza tecnicolor per farlo! Va via il Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna, seguendo quel bel detto marinaio che fa più o meno così: “I ratti scappano se la nave affonda”.
La vogliamo ricordare così, candida e innocente, diffamata in piazza da Sabina Guzzanti che si chiedeva (così come tutti gli italiani del resto) in base a cosa una showgirl che voleva fare la velina e che ha fatto più foto nuda che comizi politici potesse diventare Ministro delle Pari Opportunità. La vogliamo ricordare difesa da tutto il Parlamento e dal suo premier che, in un momento dei suoi (uno di quelli in cui non fa altro che spararne di grosse), paragonò la purezza della Carfagna a quella di Santa Maria Goretti, la contadina che rimase vittima di omicidio e tentato stupro e poi venne canonizzata nel 1950. Si vede che Silvio non conosce il detto “scherza con i fanti, ma lascia stare i santi”. La vogliamo ricordare derisa dalla stampa estera e ben imitata da Gabriella Germani, poi intervistata da Daria Bignardi a “Le invasioni barbariche” dove ammise di essere una donna “di sani principi” e come non ricordare le sue dichiarazioni a REPUBBLICA: “Troppo spesso i media danno un’immagine distorta della femminilità, un’immagine stereotipata che evoca l’idea della sottomissione, della soggezione, di una donna come mero oggetto“. Ma proprio lei? Ma le ha viste mai le televisioni del suo padrone… Ma certo che le ha viste!!! Ci voleva entrare a ogni costo!!! Siete mai entrati nel suo sito internet? Non sembrava il sito di un Ministero, ma un book fotografico.
E durante il suo mandato di cosa si è occupata la Mara? Legge contro lo stalking, sacrosanta, per carità! L’unica cosa buona che ha fatto da quando ha riscaldato la sua poltrona in Parlamento. Divieto di prostituzione e di suo esercizio in strada, con pene che vanno dall’arresto da 5 a 15 giorni a un’ammenda da 200 fino a 3000 euro. Partecipazioni varie ed eventuali a talk show anche politici dove ha speso tante belle parole piene di populismo contro il razzismo e la xenofobia del paese, salvo poi non battere ciglio di fronte a ogni legge razzista e xenofoba che la Lega Nord faceva passare in Parlamento. Ha tentato, e vale la pena dirlo, di diventare la paladina della nostra minoranza che, soprattutto in questi anni di governo Berlusconi, ha vissuto momenti pieni di violenza e tensione? Il risultato? Uno spot contro l’omofobia da 2 milioni di euro che non ha risolto niente. Poi un’indifferenza e uno snobbismo verso ogni nostra manifestazione, ma soprattutto verso la regolarizzazione delle coppie di fatto gay che, a parer suo, non avevano alcun motivo di esistere e di essere riconosciute.
“Il riconoscimento delle coppie omosessuali non è un tema che rientra nel programma di Governo, quindi dubito che ci sarà un confronto su un tema come questo, visto che ce ne sono altri all’ordine del giorno che sono stati individuati come prioritari soprattutto in una fase così delicata e complessa che il nostro Paese si trova ad affrontare. Personalmente sono favorevole al riconoscimento di tutti quei diritti di cui le categorie discriminate non possono godere pienamente. Ma non sono favorevole al riconoscimento delle coppie omossessuali. Non si possono equiparare due cose che sono naturalmente diverse“. Parole che mandano a quel paese un diritto fondamentale per ogni uomo che è quello dell’uguaglianza.
E ora tutto chiuso e le dimissioni, dopo che Alessandra Mussolini (buona quell’altra anche e ce ne sarebbe da dire pure su di lei…), l’ha fotografata col cellulare accanto al traditore Italo Bocchino. Queste le sue ultime parole: “La misura era colma. Ho fatto la mia scelta e sono obbligata ad andare avanti. Quale sarebbe l’alternativa? Vivacchiare, facendo finta di niente? No, mi dispiace, non mi interessa. Non posso cedere è una questione di dignità. Non voglio la rottura a tutti i costi. Sono disponibile a ricucire, purché arrivino risposte concrete“.
Grazie per non essere stata il nostro Ministro di queste pseudo-Pari Opportunità che non erano proprio pari per tutti.
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Lo zio Nico