24° “Da Sodoma a Hollywood” Torino GLBT Film Festival
Dal 23 al 30 aprile in scena il 24° “Da Sodoma a Hollywood” Torino GLBT Film Festival all’ Ambrosio Cinecafè – Cinema Ideal Cityplex (serata di apertura e di chiusura).
24a edizione di “Da Sodoma a Hollywood” Torino International GLBT Film Festival, la quarta con il Museo Nazionale del Cinema per la gestione e l’organizzazione. Oltre ai tre concorsi internazionali, tra gli eventi nel programma del 2009, segnaliamo la retrospettiva dedicata a Giuseppe Patroni Griffi (scrittore e regista di teatro e di cinema), la Carta Bianca a Ferzan Ozpetek (ci introduce nei film della sua vita) con ospite Franca Valeri, un omaggio a Filippo Timi, figura unica nel panorama italiano impegnato tra cinema, teatro e letteratura; altri omaggi a Adorfo Arrieta, cineasta e pittore che era tra i pionieri del cinema glbt europeo, a Guy Gilles, sperimentatore di un cinema poetico, a Shu-Lea Cheang, interessante cineasta sperimentale taiwanese “radical&appeal&punk”, e alla scrittrice australiana Dorothy Porter, e per l’occasione Valeria Solarino legge alcuni brani dal romanzo in versi La maschera di scimmia.
Ci sarà una finestra sui programmi televisivi cult Society e Sugar Rush, rispettivamente due serial con focus lesbico dal Sudafrica e dall’Inghilterra. Due eventi per ricordare i vent’anni della caduta del muro di Berlino e i quaranta dagli scontri di Stonewall a New York.
I temi trasversali di molti film e documentari sono ancora una volta la lotta contro l’aids e la discussione attorno alle difficoltà vissute dalle persone glbt nei paesi in cui l’omosessualità è tuttora un tabù. Non mancano tuttavia commedie leggere dagli Usa e dalla Spagna, o riflessioni sulla storia politico-culturale più recente.
GRAN SERATA di APERTURA FESTIVAL
Giovedì 23 aprile – ore 21.30 – Cinema Ideal Cityplex
Con l’intervento di Lucia Ocone e la partecipazione straordinaria di Franca Valeri
L’edizione 2009 si apre con l’anteprima italiana della esilarante sit-comedy in arrivo dalla Spagna Fuori menù – Fuera de carta di Nacho G. Velilla (2008): il film che esce nelle sale italiane il giorno dopo, venerdì 24 aprile, è l’opera prima di un regista cult di sit-com per la tv spagnola. Questa sorpresa dal mondo delle sit-com spagnole racconta una storia di conflitti famigliari, tra il romanticismo e lo spirito moderno: Maxi è proprietario di un ristorante chic nel quartiere Chueca di Madrid, noto per la sua alta percentuale di abitanti gay, e vive una vita tranquilla e soddisfacente, tra gli obiettivi professionali (aggiungere un’altra stella nella famosa guida Michelin) e la vita sentimentale, gay. Le cose cambiano con l’inatteso arrivo dei due figli, nati dal matrimonio (incidente di percorso), e del nuovo vicino di casa (un attraente giocatore di calcio dall’Argentina)…
Saranno presenti: Nacho G. Velilla, Javier Cámara (attore), Andrea Cirla (Bolero Film)
SERATA di CHIUSURA e PREMIAZIONE
Giovedì 30 aprile – ore 21.30 – Cinema Ideal Cineplex
Gran finale con la cerimonia di premiazione presentata da Vladimir Luxuria, con intervalli musicali tratti dal suo ultimo spettacolo Stasera ve le canto (accompagnata al piano da Gabriele Cofrancesco e per la regia di Roberto Piana). Intervengono: Georgeanne Kalweit, Pia Tuccitto
All’insegna della musica la serata di chiusura, Georgeanne Kalweit – nota in Italia come voce dei Delta V – canta Somewhere Over the Rainbow in omaggio a Judy Garland, mentre Pia Tuccitto – cantautrice rock italiana – si esibisce in alcuni brani suoi, che sono stati scelti e interpretati da Vasco Rossi e da Patty Pravo.
Chiude l’edizione numero 24 la proiezione fuori concorso di Mentiras y gordas del duo Alfonso Albacete e David Menkes, ancora dalla Spagna. Già campione di incassi, dopo sole due settimane di programmazione nelle sale, il nuovo film di Albacete e Menkes (già vincitori al Festival nel 2000), narra le vicende di un gruppo di giovani in vacanza che sta preparandosi per scoprire la vita futura, tra segreti, bugie, seso, confusione, notti e feste folli.
Un’altra esilarante commedia, “giovane e notturna”, in arrivo dalle terre di Almodovar.
LE SEZIONi DEL FESTIVAL:
Concorsi Internazionali
Tre sezioni competitive giudicate da tre giurie internazionali: Concorso lungometraggi – Premio Ottavio Mai (5000 euro offerti dal festival) Concorso documentari (2500 euro offerti dal festival) Concorso cortometraggi (1500 euro offerti dal Coordinamento Torino Pride). Per ogni sezione competitiva è previsto anche un premio del pubblico.
Tra i/le componenti della giuria internazionale segnaliamo la presenza di Harry Baer, attore tedesco noto soprattutto per aver fatto parte del gruppo artistico attorno a R.W.Fassbinder sin dal primo film Katzelmacher nel 1969, emancipatosi ben presto a fare da collaboratore indispensabile dietro la cinepresa (soprattutto per Berlin Alexanderplatz, Lili Marlène, e l’ultimo splendido Querelle). E quella di Donatella Maiorca, regista del film Viol@ nel 1999, di serie tv (Un posto al sole, La squadra) e del recente Viola di mare, con Valeria Solarino che interpreta una donna lesbica nella Sicilia ottocentesca.
Premio Nuovi Sguardi
Assegnato dal comitato di selezione del Festival a un film, tra lungometraggi e documentari, che rifletta l’evoluzione del cinema queer; tra la capacità di attraversare i linguaggi più diversi e quella di fondere le questioni legate all’identità con i generi cinematografici.
Fuori Concorso e Panoramiche
Prime visioni di film di registi affermati a livello internazionale o titoli in uscita nelle sale italiane caratterizzano la sezione Fuori Concorso e tre sezioni non competitive (lunghi, corti e doc) offrono un’esaudiente “panoramica” sullo stato della più recente e stimolante produzione glbt in pellicola e video.
Tra i titoli citiamo la prima mondiale di Boy del regista filippino Auraeus Solito dopo essere stato censurato al festival di Singapore; Nés en 68 di Olivier Ducastel e Jacques Martineau, che mette a confronto le due generazioni, quella che ha lottato nel 68 e quella che è nata nel 68; e il sequel di Another Gay Movie, con nuove folli avventure sensuale dei quattro protagonisti: Another Gay Sequel: Gays Gone Wild dell’americano Todd Stephens.
La Retrospettiva: Giuseppe Patroni Griffi
Regista teatrale e cinematografico, è scomparso nel 2005. Nel cinema come in teatro i suoi trasgressivi personaggi sono portatori di una visione del mondo sensuale e libertaria che tende a scardinare i tabù sociali legati alla sessualità, in cui l’omosessualità ha in più di un caso un ruolo di primo piano. Tra i film presentati, il debutto del 1962, Il mare, e Metti una sera a cena del 1969, che, dopo la realizzazione teatrale è diventato un film di successo con Florinda Bolkan e Jean-Louis Trintignant, provocando interventi censori.
Voice Over 4
L’arte negli anni ottanta dei General Idea (collettivo artistico attivo nel Canada) e di Keith Haring (il noto graffitista) e il mondo contemporaneo di Wolfgang Tillmans; gli ultimi due film della pioniera Barbara Hammer e il nuovo progetto low-budget dell’innovativo Pascal Robitaille, L’Apesanteur. E tante altre proposte nella sezione in cui il cinema si contamina e dà vita a tanti linguaggi quante sono le sfumature dell’occhio.
Europa Mon Amour
Muscoli in gonnella: i peplum all’italiana
Si prosegue sulla scia della ricerca iniziata con gli Spaghetti Western un paio di anni fa, per addentrarsi stavolta nelle avventure dei cosidetti film Peplum. Siamo negli anni cinquanta e sessanta e il cinema italiano si popola di muscoli gonfi, gonnelline, corte spade, pettorali e addominali, gambe solide e nude: occasioni per mostrare le rigogliosità maschili come facevano negli Usa le riviste di culturismo. Tra i titoli in programma: La vendetta di Ercole di Vittorio Cottafavi (1960), Il colosso di Rodi di Sergio Leone (1961) e Il figlio di Spartaco di Sergio Corbucci (1962).
Music & Movie Icons
UK 1979-2009: Da Ashes to Ashes alla Common People Generation
A colpi di musica, trent’anni di rivoluzione del gusto queer Made in UK: dalle trasgressioni di David Bowie al trasformismo new-romantic dei Visage, dal successo planetario degli Smiths, a quello radiofonico di canzoni come Smalltown Boy, dalla consacrazione dei Soft Cell a quella dei Pet Shop Boys, fino agli anni novanta, l’era del brit-pop e della “Common People”, come cantavano i Pulp: canzone contro gli eccessi del decennio precedente, elogio della normalità come diversità. Strada seguita oggi da band come Franz Ferdinand e The Rakes, nella cui musica gli ultimi tabù, semmai ce ne fossero ancora, si abbattono con l’ironia.
EVENTI
Carta bianca a Ferzan Ozpetek
Un invito a presentare “i film della sua vita” al regista de Le fate ignoranti (2001), Saturno Contro (2006) e del recente Un giorno perfetto (2008). Tra i titoli scelti grandi classici come Narciso nero di Michael Powell e Emeric Pressburger, del 1947, La signora mia zia di Morton DaCosta, del 1958, e Leoni al sole di Vittorio Caprioli, del 1961.
Tre Premi Speciali: a Ventura Pons, Monika Treut e John Greyson
La proiezione del nuovo film Forasters (2008) è l’occasione per consegnare il Premio Speciale al regista catalano Ventura Pons, figura di rilievo spesso presente nel corso degli anni al Festival torinese. Uno dei pionieri del cinema gay, ha all’attivo la realizzazione di 20 lungometraggi, alcuni dei quali anche distribuiti nel nostro paese (ricordiamo Il voltapagina, 2002). Ha suscitato reazioni controverse alla Berlinale 2009 invece Ghosted di Monika Treut, regista tedesca attiva dai primi anni settanta (con Elfi Mikesch alla fotografia) per ridisegnare la mappa dei personaggi femminili, a cui va il secondo Premio Speciale, mentre il terzo è riservato a John Greyson, autore canadese di Fig Trees che ha vinto il Teddy Award per il miglio documentario a Berlino, ma che è noto inoltre per il suo forte impegno contro l’aids: Fig Trees infatti è un’indagine sulle case farmaceutiche produttrici dei farmaci curativi del terrificante virus.
A Vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino
Per ricordare la vita nella città divisa: Westler di Wieland Speck (1985) e Coming Out (1989) di Heiner Carow. Inoltre c’è il divertente documentario Ein Traum in Erdbeerfolie (Comrade Couture, 2008) di Marco Wilms sul mondo parallelo della moda e di chi negli anni del regime socialista nella ex DDR voleva crearsi una esistenza fantasiosa.
L’evento è in collaborazione con la Biennale della Democrazia che si svolge a Torino, parallelamente al Festival, dal 22 al 26 aprile.
Stonewall: Da Judy Garland a Harvey Milk
Ombre sul palcoscenico (1963) di Ronald Neame è l’ultimo film interpretato dall’icona del mondo gay di allora, Judy Garland, morta il 22 giugno 1969, pochi giorni prima dei violenti scontri a New York tra il movimento glbt e la polizia al bar Stonewall Inn, nel Greenwich Village. Da lì a qualche anno Harvey Milk, giovane attivista gay di San Francisco, con il suo motto “Hope” avrebbe iniziato la sua lotta per i diritti civili… e ne vediamo il tragico epilogo nello straordinario documento che ha girato Rob Epstein l’indomani alla liberazione del suo assassino: The Times of Harvey Milk del 1985.
GLI OMAGGI
Filippo Timi: “Peggio che diventare famoso”
Figura unica nel panorama italiano tra cinema, teatro e letteratura, l’attore dei recenti film di Gabriele Salvatores (Come dio comanda) e di Marco Bellocchio (Vincere) arriva sugli schermi del festival con alcuni personaggi memorabili: il Conte Masoch in L’eredità di Caino di Luca Acito e Sebastiano Montresor – un viaggio nel labirinto umano della perversione e della purezza, liberamente ispirato alla figura di Leopold von Sacher-Masoch, in cui Timi ha lasciato un segno profondo sulla visione generale del film; Zanna nel secondo film di Saverio Costanzo, In memoria di me (alla Berlinale 2007), il seminarista ribelle che apre gli occhi al giovane novizio Andrea sullo “strano” mondo della chiesa, e il partigiano in bilico tra lotta e libertà nel pluripremiato Homo Homini Lupus di Mattia Rovere.
Adorfo Arrieta: deliri d’amore
Autore spagnolo vicino alla Nouvelle Vague francese, anche pittore e grande conoscitore dell’opera di Jean Cocteau. I suoi corti realizzati a Madrid negli anni sessanta valgono come pietre miliari del cinema indipendente, mentre il suo Les Intrigues de Sylvia Couski, realizzato a Parigi, nel 1974 è considerato la prima opera militante underground parigina, e il mediometraggio Tam-Tam del 1975 è un vero mosaico di quegli anni, tra vita, arte e desiderio.
Guy Gilles: il tempo fuori tempo
Nato ad Algeri nel 1938, arriva in Francia verso la fine degli anni cinquanta. Nel primo lungometraggio, L’Amour à la mer (1962), appaiono Juliette Greco, Romy Schneider, Jean Pierre Léaud, nonché Patrick Jouané, che diventa da quel momento il suo alter ego sullo schermo e il suo compagno nella vita. Marguerite Duras ama il secondo lungometraggio di Gilles, Au pan coupé (1968), e Jeanne Moreau lo sostiene per realizzare, nel 1972, Absences répétées, senza dubbio il film più autobiografico di questo cineasta eclettico tra cinema, pittura, scrittura e fotografia.
Cinema in versi: Dorothy Porter
Un ricordo della poetessa australiana Dorothy Porter, recentemente scomparsa, attraverso i suoi lavori per il cinema: The Eternity Man (2008) di Julian Temple e La maschera di scimmia, noir lesbico, originariamente scritto come romanzo in versi e trasformato in film da Samantha Lang (2000).
Shu-Lea Cheang: Radical&appeal&punk
Videoartista originaria del Taiwan, vive e lavora a Parigi. Con le sue opere (videoinstallazioni , opere in rete interattive, ma anche film) vuole richiamare l’attenzione del pubblico sulle connessioni tra media e mondo reale, per gettare le basi a sviluppare nuovi modi di vedere e di guardare la realtà. Al Festival si vedranno i due lungometraggi Fresh Kill (1994) e I.K.U. (2000) oltre ad alcuni corti realizzati tra il 1995 e il 2008, in cui si intersecano varie tecnologie e i temi a lei cari: la complessità nelle relazioni di potere, tra capitalismo e merce, lotte sociali e differenze sessuali, femminismo e diritti per gay e lesbiche.
Serie lesbiche: “Sugar Rush” e “Society” – un confronto tra Gran Bretagna e Sudafrica
Una delle serie tv a tematica glbt più amate di questi ultimi anni, trasmessa dalla rete inglese Channel Four, ha sollevato critiche e polemiche per la vicenda centrata sull’omosessualità della protagonista quindicenne Kim. Mai trasmessa da una tv italiana, Sugar Rush è però diventata di culto nella comunità lesbica del nostro paese che ne rincorre le puntate su internet… La ormai tradizionale attenzione del Festival per il mondo dell’adolescenza si ibrida con quella per i fenomeni legati ai nuovi media. A ciò si associa il confronto con la realtà di giovani donne nere descritta nel serial sudafricano Society, dove si percepisce il vento liberatore dopo l’introduzione delle Civil Union Acts e della non discriminazione su base sessuale nella costituzione applicata da Nelson Mandela.